"Cancellare il nome di Almirante da strade e piazze d'Italia, ben 81, l'ultima a Grosseto, rappresenterebbe la prima, anche se non unica, scelta che politica e istituzioni dovrebbero fare per affermare che c'è una storia condivisa che oggi commemora le vittime dell'Olocausto". Questa è la conclusione a cui è, al termine di un lungo post pubblicato sui suoi profili social, il deputato del Pd Stefano Vaccari, segretario di presidenza della Camera.
Il parlamentare dem, in occasione del Giorno della Memoria, descrive quanto successo campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, liberato dall'esercito russo il 27 gennaio 1945, come "un massacro sanguinario perpetrato contro ebrei, rom, sinti ma anche omosessuali, neri e disabili nel nome di una ignobile presunzione di superiorità di razza". Nel suo post, il deputato piddino sottolinea, inoltre, come "il nazismo poté contare sull'alleanza con il fascismo di Mussolini" che assecondò la deriva razzista dei tedeschi. Vaccari ricorda la nascita della rivista La difesa della Razza nel 1938 con Telesio Interlandi come direttore e Giorgio Almirante in qualità di segretario di redazione. Il piddino punta il dito contro il futuro fondatore del MSI perché scrisse 'il razzismo ha da essere il cibo di tutti e per tutti' e che 'non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue'. Un concetto che venne ribadito dallo stesso Almirante degli anni '70 quando disse:"Non rinneghiamo niente del nostro passato. Io sono stato fascista e se le stesse circostanze potessero riprodursi, io farei certamente le stesse cose'". Da qui nasce la proposta di Vaccari di attuare una sorta di damnatio memoriae dello storico leader del Movimento Sociale Italiano, nonostante Giorgio Almirante sia stato un parlamentare democraticamente eletto per 40 anni nell'arco delle prime dieci legislature della Repubblica e nonostante abbia ricoperto anche il ruolo di europarlamentare nell'ultimo decennio della sua vita. "Celebrare il giorno della memoria senza aver fatto i conti con un terribile passato è decisamente ignobile", sentenzia Vaccari, fermamente convinto che "rigurgiti fascisti tornano a manifestarsi nel nostro Paese ben tollerati da una destra che mantiene nel suo simbolo la fiamma che evoca il Ventennio".
Peccato che il Consiglio di Stato abbia recentemente rigettato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato dai comunisti e che, dunque, Grosseto abbia avuto la possibilità di portare avanti il suo progetto dedicando una via ad Almirante, una allo storico segretario del Pci Enrico Berlinguer e una alla “Pacificazione nazionale”.
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