Pdl, Berlusconi conferma la linea dura: "Chiesto a Cosentino un passo indietro"

Nelle liste non saranno ricandidati parlamentari indagati: fuori Dell'Utri, Milanese, Scajola e Papa. Cosentino ancora sub iudice. Il Cav: "Abbiamo chiesto un atto di generosità"

Silvio Berlusconi intervistato da Maria Latella
Silvio Berlusconi intervistato da Maria Latella

I nomi che non finiranno nelle liste del Pdl sono gli stessi che circolavano nelle ultime ore. A confermarli è lo stesso Silvio Berlusconi. A poche ore dalla presentazione delle liste, nel Pdl vince, quindi, la linea dura che pone uno stop ai parlamentari indagati. Insomma, Marcello Dell'Utri, Claudio Scajola, Marco Milanese e Alfonso Papa non saranno ricandidati. Diverso il discorso per Nicola Cosentino. L'ex sottosegretario dell'Economia è, infatti, ancora sub iudice.

L'operazione "liste pulite" va avanti. L'ex premier l'acceleratore per sottoporre agli elettori una rosa di volti nuovi che diano slancio alla politica e infondano all'Italia quella fiducia che, dopo tredici mesi di tecnici e di misure lacrime e sangue, in molti hanno perso. La linea dura imposta al Pdl devi quindi passare dall'esclusione di una serie di nomi che, negli ultimi, anni sono finiti nel mirino della magistratura. Ieri aveva gettato la spugna Scajola, questa mattina è stato Dell’Utri a confermare il "passo indietro" precisando che non si ritirerà a Santo Domingo, ma resterà in Italia. Il senatore del Pdl ha, infatti riferito che Berlusconi gli ha telefonato per chiedergli di rinunciare alla candidatura in parlamento. "Abbiamo chiesto anche a Cosentino di fare lo stesso atto di generosità fatto da Dell’Utri", ha spiegato Berlusconi ammettendo, ai microfoni de L'Intervista di Sky Tg24, che la scelta è stata difficile. "Sono persone che stimiamo, questa è la patologia della mostra democrazia - ha detto il leader del Pdl - abbiamo una magistratura frequentata da persone che troppo spesso non hanno rispetto della dignità e libertà degli uomini". Ne è la dimostrazione il fatto che quasi il 50% degli accusati viene poi trovato innocente. Secondo Dell'Utri, infatti, Cosentino andrebbe riconfermato: "Non è giusto che rinunci alla candidatura perché contro di lui ci sono accuse inesistenti". Ad ogni modo Berlusconi ha assicurato che sul conto di Cosentino non c’è assolutamente nulla. "Siccome ho la mia esperienza di anni a Milano con situazioni che non esistono - ha fatto notare il Cavaliere - tendo a pensare che anche per queste persone ci sia la stessa cosa". Ad ogni modo, l'ex sottosegretario all'Economia è ancora sub iudice e, per questo, Berlusconi non ha voluto sbilanciarsi.

Tra i candidati che potrebbero non essere inseriti in lista, Papa ha già fatto sapere che non intende ritirare la sua candidatura. "Voglio portare avanti la battaglia per un sistema carcerario rispettoso della dignità umana e per una riforma organica della giustizia nasce dalla mia esperienza e dal desiderio di dare voce ai troppi che soffrono", ha spiegato l'esponente del Pdl.

Più in generale, Berlusconi ha auspicato di vincere le elezioni per poter portare a termine le riforme che ritiene indispensabili. Nel nuovo contratto, ha spiegato a Maria Latella, c’è la modifica dell’architettura istituzionale. "Se non riusciremo a fare questo perché gli italiani non avranno saputo votare - ha avvertito il Cavaliere - l’Italia resterà indietro rispetto alle altre democrazie occidentali con cui siamo in competizione".

Tra le riforme che il Pdl conta di mettere in cantiere in caso di vittoria, ci sono infatti il rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio, che potrà nominare e rimuovere i ministri, la possibilità da parte del governo di usare il decreto, affinché una legge sia immediatamente esecutive, e l'approvazione dei disegni di legge in 90-120 giorni e da una sola Camera.

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