Il pesto di Santori, i conti di Conte e il solidale Darmanin: ecco il podio dei peggiori

La sardina sponsorizza il sugo alla cannabis. L'ennesima piroetta tragicomica di Giuseppi. I francesi predicano accoglienza e blindano le frontiere. Ecco i peggiori della settimana

Il pesto di Santori, i conti di Conte e il solidale Darmanin: ecco il podio dei peggiori
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Pesto alla genovese. Prendiamo il ricettario della nonna e scorriamo la lista degli ingredienti. Ci serve il basilico: 50 grammi. E poi il parmigiano (50 grammi) e il pecorino (30 grammi). Trenta grammi di pinoli, l’aglio (per chi non lo disdegna) e il sale grosso (3 grammi). Ah, ovviamente anche 70 grammi di olio extravergine di oliva. Mi raccomando: olio extravergine di oliva, sottolineato tre volte.

No, non preoccupatevi, il Podio non si è trasformato in un appuntamento culinario alla MasterChef. Ma con certi soggetti in giro serve ripassare pure la ricetta di uno dei sughi più classici della nostra cucina (il pesto, appunto) e sottolineare che per farlo si usa l’olio extravergine di oliva e non l’olio estratto dalla canapa indiana. Ebbene sì: Mattia Santori, ancora lui… per carità, lo fa per cadere nel dimenticatoio. Ma questa volta il capo sardina ha davvero tracimato: si è presentato in consiglio comunale a Bologna con due vasetti. “Questo è un vasetto di pesto di una nota marca italiana - ha detto - e questo è un vasetto di infiorescenze di Cbd di una nota marca italiana. Entrambe le aziende che li producono - ha continuato - possiedono la partita Iva, pagano le tasse e i dipendenti, rischiano capitale proprio. Entrambi - ha concluso - sono legali e Made in Italy”. Peccato che il Cbd sia stato inserito dal ministero della Salute tra le sostanze stupefacenti e tutto ci sembra tranne che un simbolo del made in Italy. A Santori, che tempo fa si vantava di coltivare piante di marijuana in casa, diamo, quindi, il terzo posto sul podio dei peggiori e pure un consiglio (non richiesto): un po’ meno canne e più pasta al pesto!

Al secondo posto troviamo un altro che, in quanto a sparate, non si fa battere da nessuno: Giuseppe Conte. È vero, è vero: è stato premiato di recente. Ma ascoltate un po’ cosa ha detto per cavalcare l’emergenza immigrazione: “Un migrante costa 50 euro al giorno - ha detto - e noi diamo un euro al giorno con la social card alle famiglie? Questo è il sovranismo d’accatto di questa destra sovranista?”. Detto che i numeri sono campati per aria e non sono assimilabili (in fatto di matematica, visti i buchi lasciati col reddito di cittadinanza e il superbonus, conosciamo ormai sin troppo bene le lacune di Giuseppi), quest’ultima piroetta degna degli annali del Movimento 5 Stelle è quasi tragicomica. Mister Pochette è passato dall’essere il firmatario dei decreti Sicurezza, quando sedeva al governo con Matteo Salvini, all’accoglienza spinta quando guidava Palazzo Chigi sostenuto dal Pd. E adesso, per differenziarsi dal capo ultrà dei porti aperti, Elly Schlein, è tornato sulle barricate.

Sul primo posto del podio, questa settimana, siede Gérald Darmanin. Aldilà dei proclami del presidente Emmanuel Macron che ha annunciato di voler "rafforzare la cooperazione" ("È l'ora della solidarietà con l'Italia e della mobilitazione dell'Unione europea"), il ministro dell’Interno francese ha fatto sapere che non accoglieranno un solo immigrato arrivato a Lampedusa. Non solo. Dopo aver indorato la pillola col proposito (di circostanza) di aiutare gli "amici italiani" riportando gli immigrati "nei Paesi con cui abbiamo buone relazioni diplomatiche", è corso a blindare la frontiera con la Liguria: uomini della gendarmerie, elicotteri, mezzi anti terrorismo, manco fossero in guerra.

I francesi sono il classico esempio dell’egoismo europeo: tutti solidali solo a parole. E non sono nemmeno i soli. Tedeschi e austriaci sono uguali. E, come al solito, tutto il peso dell’emergenza migranti viene scaricato sulle spalle del nostro Paese.

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