Con il dl Caivano il governo ha voluto mandare un messaggio forte e chiaro: lo Stato c'è. I fatti di cronaca registrati nel Napoletano, con gli abusi sessuali di gruppo ai danni di due minorenni, hanno sconvolto l'opinione pubblica, ma l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni non ha intenzione di restare a guardare. I primi segnali concreti sono arrivati nelle scorse ore, come annunciato dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: "L'intensificazione dell'attività di prevenzione a Caivano ha consentito ai Carabinieri di individuare, durante una perquisizione, una piazza di spaccio prima che diventasse operativa".
Il titolare del Viminale ha sottolineato come si tratti "del risultato dell'avvio di un'azione di controllo costante e capillare da parte delle forze di polizia per contrastare più efficacemente i fenomeni criminali che caratterizzano quel territorio": "Operazioni come questa sono fondamentali per incidere sui traffici illeciti che alimentano le reti criminali".
Fatti e non parole, risultati che si possono toccare con mano. Già venerdì, da Palermo - altro teatro di fatti di cronaca agghiaccianti con protagonisti adolescenti - Piantedosi aveva posto l'accento sul disagio minorile e sugli ultimi fatti di cronaca: Le complessità di questo fenomeno sono tali che non è che pensavamo che con un tratto di penna queste si potessero cancellare. Le difficoltà del disagio minorile sono tali, soprattutto in aree come quelle di Napoli e Palermo, che sicuramente non si cancellano con un tratto di penna. Però è stato un passaggio importante. Noi abbiamo inaugurato un'attenzione che sia anche volta all'intensificazione del controllo del territorio e di contrasto a certi fenomeni". L'ex prefetto di Roma ha aggiunto sul punto: "Vogliamo dare un'idea, senza presunzione, di uno Stato che dà un segno tangibile di riappropriarsi di certi spazi che sono stati occupati in modo quanto meno disordinato".
Piantedosi e gli altri ministri del governo di centrodestra in prima linea contro i giovani criminali. Ospite di Azzurra Libertà, la kermesse del movimento giovanile del partito in corso di svolgimento a Gaeta, il ministro degli Esteri Antonio Tajani s'è soffermato sull'importanza delle pene severe ma anche della rieducazione dei giovani:"Il carcere minorile che deve essere riservato ai minori, non basta, deve essere parte di una fase di rieducazione.
Non è facile ma dobbiamo dare a questi giovani una possibilità di riscatto che non significa cancellare l'esecuzione della pena ma significa che la pena serve a rieducare nel vero senso della parola, non a far radicare nel mondo del crimine il detenuto". "Una delle scelte più importanti che abbiamo fatto nell'ultimo Cdm è stata quella di riqualificare il territorio di Caivano", ha concluso il segretario di FI.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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