La piazza "democratica"

Nella concezione che molti hanno della democrazia funziona così: un manifestante ferito è un inammissibile atto di violenza gratuita, un poliziotto ferito è un incidente sul lavoro

La piazza "democratica"
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Leggo spesso dichiarazioni di esponenti della sinistra politica e mediatica in cui ci si lamenta che da quando si è insediato il governo in Italia è in pericolo la libertà di manifestare il proprio pensiero e il dissenso verrebbe compresso con la forza. Poi uno va a vedere i dati e scopre che nel 2024 che sta per finire ci sono state ben dodicimila manifestazioni di protesta autorizzate, una media record di mille al mese, più di trenta al giorno. E che durante queste manifestazioni sono stati feriti 260 agenti, praticamente uno al giorno esclusi i week-end che anche i contestatori dedicano al riposo - con un aumento vertiginoso del duecento per cento sull'anno precedente. È quindi evidente che con questo governo il pericolo è aumentato solo per le migliaia di ragazzi in divisa mandati ogni giorno al fronte della «libertà di manifestare» che in troppi hanno scambiato per la libertà di rompere loro la testa. Nella concezione che molti hanno della democrazia funziona così: un manifestante ferito è un inammissibile atto di violenza gratuita, un poliziotto ferito è un incidente sul lavoro che anche un po' se l'è cercato, che probabilmente il malcapitato è pure un po' fascista. Senza scomodare il solito Pasolini trito e ritrito, quello cioè che da sinistra sosteneva che i veri figli del proletariato sono i poliziotti mentre tra i giovani manifestanti violenti abbondano i figli di papà, ecco senza fare troppa retorica i dati diffusi ieri dal Viminale dimostrano quanto siano pericolose le parole d'ordine tipo «rivolta sociale», «governo dittatoriale» - che il segretario della Cgil Maurizio Landini, e non soltanto lui, gettano in pasto all'opinione pubblica. Perché a farne le spese, così dicono anche i sondaggi, non è Giorgia Meloni, non il suo partito, bensì dei ragazzi in divisa che tutti, ma proprio tutti, in democrazia dovremmo tutelare a prescindere da come la pensiamo politicamente.

Chi aizza le piazze dovrebbe poi avere il coraggio di andarci in piazza, ma non sul palco protetto da scorte di Stato e servizi d'ordine. No, nella mischia, a prenderle e se ritiene a darle. Perché solo da quella visuale hai chiaro chi sta con la democrazia e chi contro, insomma che faccia e che divise hanno i veri fascisti.

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