Ormai Antonio Di Pietro cambia idea ogni giorno. "Noi non intendiamo rompere col Pd" assicurava ieri l'ex pm, riferendosi ai quesiti referendari per ripristinare l'articolo 18 depositati in Cassazione insieme con Vendola, Ferrero, Bonelli, Fiom e Cgil. Naturalmente senza la presenza del Partito Democratico. Il che non doveva trarre in inganno perché, a senitre l'ex pm, "sto lavorando non in alternativa al Pd ma per mettere in condizioni il Pd di guardare con attenzione ad un programma che rimetta il lavoro al centro".
Insomma, il leader Idv starebbe facendo un favore a Pier Luigi Bersani, spianandogli la strada e lavorando per il suo bene. Peccato che, oltre all'ormai insanabile solco tra lui e i democratici, c'è un altro elemento che contrasta con le rassicurazioni di Di Pietro.
Questo elemento si chiama Beppe Grillo. "Se in futuro ci fosse la possibilità di coordinare e coagulare il dissenso intorno a una proposta politica costruttiva, noi non solo parteciperemmo, ma ne
saremmo promotori": parole chiare quelle pronunciate Da Di Pietro in un'intervista al Fatto quotidiano.
Parole che arrivano dopo che ieri, sempre il giornale di Padellaro e Travaglio, aveva tirato la volata (se non sponsorizzato) a una eventuale coalizione tra Idv e MoVimento 5 stelle citando una serie di sondaggi che davano un'alleanza Grillo-Di Pietro al 25% circa, superando sia Pd sia Pdl.
Oggi, il Fatto quotidiano ha sentito cosa ne pensasse uno dei diretti interessati. E la risposta è una vera e propria dichiarazione di amore. Potenziale, però. Perché la strategia di Di Pietro sembra quella di sondare, in primis, se ci siano ancora margini per ricostruire un'allenza nel centrosinistra. In caso questa non dovesse andare in porto, il matrimonio col movimento di Grillo si potrebbe fare. Anche se non si cambiasse l'attuale legge elettorale, dal momento che il premio di maggioranza farebbe salire al 55% la coalizione vincente.
Rivolgendosi all'ex comico genovese, Di Pietro ha spiegato che "se ci fosse la possibilità di coagulare il dissenso l’Idv se ne farebbe carico, perché è un dato di fatto che la maggioranza non solo relativa, ma anche qualificata degli italiani non crede più alla classe politica tradizionale, a quelli che in
un modo o nell’altro si mettono sempre d’accordo, com’è stato per il governo Monti".
Il leader Dell'Idv utilizza frasi ipotetiche, al momento, anche perché come lui stesso spiega, "non intendo tirare in alcun modo la giacchetta al Movimento 5 Stelle, perché ha fatto la scelta di esprimere e raccogliere la protesta contro la vecchia politica. Noi dell’Idv, che la protesta l’abbiamo fatta prima di loro, diciamo solo: attenzione, di sola protesta si muore, bisogna costruire un’alternativa e aver il senso di responsabilità per mettere insieme tutte le forze che possono trovarsi intorno a un programma. Se stai da solo questi ti fregano, paradossalmente il voto di mera protesta toglie la possibilità alternativa".
Di Pietro, forte della sua esperienza passata, avverte comunque l'amico Grillo: "Anch'io quando ho fondato l'Idv ero da solo. Prova a seminare un campo di grano, all'inizio è un chicco di grano, poi da chicco nasce chicco. Ora anche il M5S si sta strutturando e radicando sul territorio. Un processo del genere va aiutato, non criminalizzato una cosa del genere. Se tanta gente vota Movimento 5 Stelle, bisogna chiedersi il perché".
Oltre al perché, è probabile Di Pietro stia riflettendo sul come sfruttare questo consenso (proveniente per certi versi dallo stesso bacino elettorale).
Anche perché, a parte l'amicizia che lo lega a Grillo (l'ex pm ha dichiarato che si sentono spesso al telefono) e le parole di stima che quest'ultimo ha espresso nei suoi confronti ("Brava persona, onesta, è l'unico che salvo, sarebbe un buon ministro dell'Interno o anche il presidente"), ancora non c'è molta carne al fuoco. Tuttavia, l'idea che Di Pietro possa diventare il prossimo presidente del Consiglio, a qualcuno il fumo agli occhi lo fa venire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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