"Povera sinistra". Civati rompe coi Verdi sulle europee

Nuove divisioni tra i progressisti: il partito di Civati non sarà presente alle europee. Il motivo? Divergenze con Avs sul simbolo elettorale comune

"Povera sinistra". Civati rompe coi Verdi sulle europee
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Non è Possibile: a sinistra si stanno ancora scannando. Quello di dividersi finanche sulle inezie è un intramontabile vizio dei progressisti. Stavolta a caderci in pieno sono stati Avs (Alleanza Verdi e Sinistra) e Possibile, il movimento fondato dall'ex deputato Giuseppe Civati e oggi guidato dalla segretaria Beatrice Brignone. Ebbene, la suddetta creatura politica non sarà presente alle elezioni europee di giugno proprio a motivo di contrasti consumatisi con il partito verde, a dispetto delle varie collaborazioni intraprese invece sui territori, in particolare in Sardegna e Friuli. In vista delle consultazioni che disegneranno il nuovo Europarlamento, gli equilibri sono però saltati ed l'ennesima disgregazione ha preso forma.

La cosa assurda è che il mancato accordo non si sarebbe nemmeno consumato sui nomi da mettere in lista, argomento che di solito agita i partiti. "Non siamo neanche arrivati a parlarne. Il punto è che fin dalle ultime elezioni politiche stiamo cercando di costruire una proposta politica unitaria a sinistra. Pensavamo che i tempi fossero maturi per farlo anche alle europee, ma evidentemente ci sbagliavamo", ha lamentato la segretaria Beatrice Brignone interpellata da Fanpage. Gli attriti sarebbero invece scattati sul simbolo che apparirà sulla scheda elettorale

Da parte dei Verdi (sia italiani che europei) "c’era disponibilità a presentare un contrassegno comune, mentre Sinistra italiana non è stata della stessa idea", ha affermato ancora Brignone, definendo la mancata apertura come "incomprensibile". E non è nemmeno la prima volta che a sinistra il tema provoca tensioni e discordanze. Nel 2022, infatti sia Brignone che Civati si candidarono nelle liste di Avs, senza poter utilizzare il simbolo del loro partito, Possibile. Secondo quanto ricostruisce Fanpage, già allora la decisione sarebbe stata presa nell'ottica di non creare un precedente per le successive consultazioni.

"Il problema sta nella tendenza a mantenere lo status quo. Siamo un Paese conservatore, anche a sinistra. Difficilmente cambiano schemi, parole e protagonisti", ha aggiunto Brignone, tradendo così un disappunto nei confronti delle dinamiche consumatesi tra i due partiti. Ma, siccome il bifrontismo politico non privo di contraddizioni è connaturato alla sinistra, pare che non tutto sia perduto.

"Nei territori dove a Possibile è stato riconosciuto un giusto ruolo, ci auguriamo che il buon lavoro dei nostri iscritti si fortifichi e si potenzi", ha concluso la segretaria di partito. Laconico ma piuttosto eloquente il commento di Civati: "Povera sinistra". Ormai lo riconoscono pure da soli.

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