Schlein, professionista del "no", fa le barricate su tutto

La segretaria dem ha trovato il modo di fare opposizione: dire "no" a tutto. Dal premierato all'intesa biliaterale sui migranti, la sinistra è diventata la professionista dello status quo

Schlein, professionista del "no", fa le barricate su tutto
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Il fronte delle opposizioni, capeggiato da Elly Schlein e compagni, si unisce a difesa dello status quo fallimentare. Messe da parte le enormi divergenze, dalla politica estera alle piccole questioni nazionali, il campo largo ha trovato finalmente la sua ragion d’essere: l’opposizione a priori. Il governo vuole mettere mano alla riforma istituzionale? L’accoppiata dem e grillini è pronta a sfoderare un secco “no”: il rischio autoritarismo, questa la spiegazione, è dietro l’angolo. Il premier Meloni fa un accordo bilaterale con l’Albania volto a dissuadere i migranti? L’opposizione è sull'attenti: secondo la gauche nostrana l'intesa è sulla falsa riga di una nuova “Guantánamo”.

Gli esempi si sprecano. Dal premierato targato Giorgia Meloni alla riforma della giustizia, passando per l’accordo bilaterale sui migranti, l’opposizione prepara gli scudi dello status quo. Il modus operandi di Elly Schleinè ben rodato e la riforma istituzionale ne è la prova lampante. Il gioco parte da lontano: i primi “no” della sinistra sono arrivati per contrastare le due ipotesi di riforma più radicali, presidenzialismo da un lato e semi-presidenzialismo dall’altro. Poi, quando il centro destra ha virato sul premierato, Schlein e compagni hanno comunque gridato all’allarme autoritarismo. Il disegno di legge costituzionale firmato Maria Elisabetta Casellati è stato dapprima criticato da fronde di professori sui principali giornali "progressiti" e, solo in un secondo momento, attaccato sul piano politico e parlamentare.

L’offensiva di Schlein è appena iniziata: “Non c’è in nessun altro Paese del mondo l'elezione diretta del presidente del Consiglio – spiega la segretaria dem intervistata a Di Martedì - Non è che si sono svegliati più furbi questi del Governo". E ancora: “È un sistema che smantella l'equilibrio tra poteri dello Stato – continua - indebolisce il Parlamento e intacca le prerogative del presidente della Repubblica. Noi non ci stiamo". A nulla sono valse le precisazioni di Giorgia Meloni, nell’ultima conferenza stampa, sul ruolo del capo dello stato e sulla conservazione dei poteri principali del Colle. Il livore ideologico della paladina dem non conosce freni: "Questa è una riforma che vuole accentrare i poteri in poche mani - aggiunge - stanno facendo peggio di Orban".

Lo stesso refrain utilizzato per attaccare l’intesa bilaterale sui migranti firmata dal presidente del consiglio italiano e il premier (socialista) albanese."L'accordo con l'Albania non è neanche un accordo – grida Schlein - perché in questo Paese gli accordi internazionali devono passare dal Parlamento e non abbiamo ancora visto nulla". Il motivo è presto detto: “perché sanno che viola il diritto internazionale, il diritto europeo e anche la nostra Costituzione".

Poco importa se in Europa, e perfino nella Germania socialista di Olaf Scholz, i colleghi di Schlein e soci vedono di buon occhio la strategia di Giorgia Meloni. Il campo largo è fragile: attenzione a non smontare la narrazione creata ad hoc dalla sinistra.

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