La purga del Pd contro Cozzolino

Letta nella sua ultima uscita da segretario espelle Cozzolino per salvare la ditta

La purga del Pd contro Cozzolino

Sarà l’ultima iniziativa politica di Enrico Letta come segretario del Partito Democratico: la sospensione coatta dell’eurodeputato Andrea Cozzolino dall’albo degli iscritti e degli elettori del Pd.

Neanche vogliono più il suo voto, trattato come neanche un criminale di guerra.

Eppure a oggi Cozzolino non è né indagato, né interrogato, né gli hanno sequestrato nulla o messo i sigilli agli uffici. Al momento non ha colpe, se non quelle politiche, rispetto alle sue posizioni sui rapporti con i Paesi esteri e non solo, che da sempre sono note al Pd, e che mai finora ne ha fatto problema.

Ieri Enrico Letta aveva annunciato che lasciava definitivamente la reggenza del Nazareno, e invece stamattina ha compiuto il suo ultimo gesto: ha convocato online la commissione di garanzia con la massima urgenza “al fine di assumere le determinazioni più opportune, a garanzia dell'onorabilità della comunità dei democratici e delle democratiche e a tutela degli stessi esponenti chiamati in causa, affinché siano più liberi di esporre le proprie ragioni e fornire i chiarimenti che saranno richiesti dalle autorità inquirenti. Il Partito Democratico conferma di essere parte lesa in questa vicenda e agirà conseguentemente in tutte le sedi giudiziarie”.

Questo solo perché hanno letto su Repubblica che Francesco Giorgi, compagno della vicepresidente Eva Kaili (è a lei che hanno trovato 600 mila euro in contanti) avrebbe dichiarato durante l’interrogatorio di avere dei “sospetti su Cozzolino”.

La presunzione di innocenza del Pd, modello Qatar.

Cozzolino si difende, anche dai suoi: “Sono profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle istituzioni europee. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede”. Fra l'altro - ricorda Cozzolino in una nota - le delegazioni al Parlamento europeo non sono parte del processo legislativo ed al contrario delle commissioni, non gestiscono risorse del bilancio UE, e non stipulano accordi internazionali. Abbiamo sempre lavorato con trasparenza per promuovere il dialogo tra le Assemblee Parlamentari", afferma l'esponente del Pd. Rispetto al ruolo nell'inchiesta di Francesco Giorgi "sono ancora fortemente turbato per il fermo del mio assistente, che ho conosciuto per le sue esperienze lavorative nell'Europarlamento, e non ho idea di quale sia il suo coinvolgimento nella vicenda giudiziaria se non quello rivelato dalla stampa. Da parte mia, mi batterò per l'affermazione e la difesa della verità e per fare piena luce su sospetti infondati. Sono a completa disposizione dell'autorità giudiziaria per qualsiasi chiarimento e ripongo la massima fiducia nel lavoro della magistratura del Belgio", conclude Cozzolino.

Ma per il Pd “nessun garantismo”, come ha detto Speranza. Lo spiega la presidente della commissione Garanzia del Pd Silvia Velo: ”La Commissione, ai sensi del nostro regolamento, ha agito in attuazione dello Statuto e del Codice etico. Riteniamo di aver applicato, nei margini di discrezionalità, le nostre regole -sottolinea Velo- Letta ci ha convocato e chiesto di fare una valutazione e poi ha lasciato le deliberazioni alla Commissione, un organismo con funzioni di garanzia e di verifica del rispetto dello Statuto”.

Un organo terzo, libero, autonomo, di garanzia. Alla faccia!

Del resto la stessa cosa aveva fatto Andrea Orlando correndo a cancellare il tweet di congratulazioni a Luca Visentini per la sua elezione a Segretario della Confederazione Internazionale dei sindacati. Visentini, fermato tre giorni per l’interrogatorio, a differenza di Panzeri e gli altri è stato subito rilasciato perché a suo carico non c’è nulla.

Ma per salvare la propria gli esponenti Pd sono corsi a strappare la faccia di Cozzolino dalle foto dell’album di famiglia.

Del resto Brando Banifei ha gia detto che Eva Kaili dal partito socialista europeo stava per passare a destra.

"È una roba scandalosa; se confermata è vergognosa, da voltastomaco. Dobbiamo rimettere al centro la questione morale” ha tuonato il prossimo segretario Bonaccini.

Piu si usano paroloni, schifo, ribrezzo, voltastomaco, più si getta fango sugli altri per uscirne puliti. Come le purghe staliniane.

In questi giorni diversi giornali, a sinistra, stanno ricordando, anche nelle interviste, la vicenda di Nicola Oddati.

Braccio destro nelle segreterie di Zingaretti e Letta, responsabile organizzazione del primo, è stato beccato a gennaio 2021, quando era responsabile delle agorà del Pd di Letta, alla stazione Termini con 14 mila euro in contanti. Ha detto agli inquirenti che quei soldi provenivano dalle tessere del Pd di Taranto. Infatti, proprio in virtù di quel rapporto di fiducia stretto col segretario, era stato nominato commissario del Pd a Taranto. Appena arrivò in città chiese "scusa per il pd che c'era prima (Renzi)". Il tesoriere Valter Verini, interrogato dai pm, ha smentito questa versione sui contanti per le tessere. Ma Letta, e il Pd, non si sono mai dichiarati parte civile in quel processo. Quel controllo non era casuale perché da tempo la procura di Napoli stava indagando su Oddati e un un presunto giro di favori con imprenditori per concorrere in tutta Italia, dove Oddati lavorava per conto del partito (Pozzuoli, Taranto e Calabria), ad appalti e commesse pubbliche. Secondo la procura napoletana lo faceva in cambio di denaro: almeno 4mila euro al mese e abiti firmati.

Nella ricostruzione della Procura, in almeno cinque occasioni un imprenditore flegreo avrebbe versato denaro a Oddati, direttamente o attraverso un suo collaboratore.

Con lui altri tre dirigenti del Pd. Ma per questa vicenda, che ha coinvolto direttamente un collaboratore strettissimo scelto da Letta, di primo piano, a differenza di Cozzolino (una seconda fila, ex bassoliniano, mai ruoli di dirigenza oltre la Campania) oltre a non essersi dichiarati parte civile, nessuno del Pd ha mai detto nulla. Come mai? Perché i giornali di sinistra, che oggi ricordano quella vicenda sulla scia del qatargate (che non c’entra nulla con gli affari di Pozzuoli e di Taranto), quando è successo il fatto di Oddati non hanno scritto nulla, relegandolo solo nelle pagine di cronaca locale (fummo tra i pochi a parlarne). Era l’estate 2022, eravamo in piena campagna elettorale, e non conveniva buttare cattiva luce sul pd “senno arrivano le destre”.

Oggi Letta con la sua ultima performance da segretario, e il placet di tutto il Pd (perché nessuno ha il coraggio di dissociarsi da questa scelta forcaiola) estromette Cozzolino pensando di salvare il resto della baracca. Questa è la questione morale per la sinistra: trovare un colpevole, metterlo alla gogna preventivamente, in galera e buttare la chiave.

Come fecero contro i socialisti ai tempi di Mani Pulite, correndo poi ad allearsi con Tonino Di Pietro. Mentre Craxi in Parlamento diceva “così fan tutti”, loro abbracciando i magistrati del rito inquisitorio accusarono i socialisti per salvare il Pci.

Lo stesso rito inquisitorio che oggi utilizzano contro Cozzolino, per salvare quel che resta del Pd.

C’è una storia che racconta Bassolino nel suol libro “Le dolomiti di Napoli”. Una volta all’elezione dei delegati al congresso nazionale a Napoli non risultò eletto Giorgio Napolitano. Allora Bassolino disse ai suoi (tra cui proprio a Cozzolino): contate meglio! "E cosi ad occhi meno stanchi la mattina dopo Napolitano ricomparve tra i delegati".

Il metodo è sempre stato quello.

Stanno creando un clima infame, ma al posto delle monetine lanceranno il pos.

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