Quando le amanti distruggono i potenti

Perché stupirsi? Le vicende filmistiche di James Bond, agente 007, sono gremite di maliarde che tentano di carpire segreti importantissimi ai grandi del potere, e di grandi del potere che al fascino delle maliarde si arrendono: e adesso, solo perché la realtà supera la fantasia, dovremmo rimanere (...)

(...) esterrefatti? L'intreccio tra affari di Stato e affari di letto è antico quanto è antico il mondo anche se di rado ha raggiunto il livello dello scandalo Petraeus. Il capo supremo dei servizi segreti della superpotenza mondiale s'è dovuto dimettere per avere tradito la moglie, per averlo fatto con una giornalista presumibilmente avida di notizie riservate, per avere manifestato la sua torrida passione in messaggi debitamente intercettati - poteva essere diversamente? - e trascritti. Non occorre allontanarsi da Washington per trovare, nelle pieghe del potere e della politica, altre storie di queste dimensioni. Per essersi intrattenuto non castamente con la stagista Monica Lewinski - e per aver negato d'essersi intrattenuto - il presidente Bill Clinton ha avuto guai grossi, rischiando la Casa Bianca. S'è salvato perché è un cinico intelligente, e perché non v'era nulla, nella relazione tra lui e Monica, che palesemente interferisse con i compiti presidenziali. La grave leggerezza di Petraeus - che si è autoaccusato per senso di colpa o perché ormai non aveva scampo - potrebbe invece intrecciarsi con la sua posizione di superspia.
Restiamo dalle parti della Casa Bianca. Gary Hart, brillante senatore democratico del Colorado, partecipò due volte - nel 1984 e nel 1988 - alla gara per la presidenza. Nel 1988 era favorito: ma quando divenne di pubblico dominio che una modella, Donna Rice, era la sua amante, dovette rinunciare alla competizione. Si potrà osservare che c'è ingiustizia nelle conseguenze di questi infortuni. Clinton è rimasto al suo posto. Le sbadataggini del presidente Kennedy che era molto vivace - i gossipari mormorarono anche d'un suo temporaneo legame con la diva Marilyn Monroe - non gli sono state rinfacciate. Si obbietterà che, per il suo assassinio, è mancato il tempo d'ingigantire i pettegolezzi.
Valichiamo l'Atlantico per far riemergere dalle ombre del passato la triste istoria di John Profumo, nel 1961 ministro della Difesa in un governo capeggiato da Harold MacMillan. Sposato con un'attrice famosa, Valerie Hobson, Profumo conobbe e frequentò, per usare un eufemismo, una bella ragazza di nome Christine Keeler. Il rapporto durò qualche mese. E divenne notizia. Si seppe che la Keeler era stata amante d'un attaché dell'ambasciata sovietica a Londra. Profumo tentò di negare, poi si dimise. A un mese di distanza mancò anche il premier. Christine Keeler, incriminata per falsa testimonianza, fu condannata a nove mesi di carcere. Dura la sorte del presidente israeliano Moshe Katsav che non si limitò a sconvenienze amorose ma fece di peggio, tradendo i doveri della sua carica. Riconosciuto colpevole, è tuttora in carcere. Dominique Strauss-Kahn, lo sappiamo, ha perso la poltrona di direttore generale del Fondo monetario internazionale, ma le sue avventure con cameriere e prostitute non meritano più d'un cenno. (Un altro cenno spetta ad Anna Chapman detta Anna la rossa, spia russa in Occidente, smascherata nel 2010).
Se questi che abbiamo citato - tranne che per la Chapman - sono fatti «peccaminosi» dai quali derivò la fine d'una carriera politica, o un grave intralcio al suo corso, se ne possono annotare innumerevoli altri che non incisero nella cronaca e nella storia, ma che attestano, per usare un linguaggio da tabloid, la sessualità del potere. Per l'Italia fascista viene subito a mente Claretta Petacci (e nella Germania nazista Eva Braun), Evita ammaliò il dittatore Perón ma essendo molto più intelligente di tante altre frequentatrici del potere, si fece sposare e in qualche modo incoronare. Finché visse - morì giovane - lei comandava più di lui.
Se si vuole risalire indietro nei secoli, ci s'imbatte in abbondante materiale. La contessa di Castiglione, emissaria di Camillo Benso conte di Cavour, fu l'esempio perfetto del connubio tra politica e letto: ma non per causa sua Napoleone III perse il trono: che gli fu tolto dai prussiani di Bismarck, a Sedan. E poi Cleopatra e Marozia e Teodora, femmes fatales dell'antichità, e i fasti pornocratici del papato nel decimo secolo. Sì, la storia e la politica sono state spesso e volentieri a luci rosse. O per il sesso o per il sangue.

segue a pagina 13

Gian Micalessin a pagina 13

di Mario Cervi

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