Quel piano per influenzare il Conclave

La Santa Sede: notizie false contro di noi strumentalizzate per l'elezione del nuovo Pontefice

Quel piano per influenzare il Conclave

C'è un tentativo dei media di condizionare i cardinali fin sotto le volte michelangiolesche della cappella Sistina. E fin dentro le segrete discussioni dell'imminente conclave. Basta, la Chiesa esce allo scoperto e attraverso la Segreteria di Stato emette un lungo comunicato che suona come un tentativo di sbarramento contro gli articoli, le inchieste, i reportage che quotidianamente affollano giornali e tv di tutto il mondo. E che fatalmente ripropongono pagina per pagina una sorta di libro nero della santa Sede: gli svolazzi dei corvi; le immagini del cameriere che porta via i documenti di Benedetto XVI dall'appartamento papale; le analisi sui misteri dello Ior, la banca vaticana ancora impenetrabile in epoca di globalizzazione dell'antiriciclaggio; l'infamia della pedofilia che lambisce persino alcuni cardinali; infine, come è accaduto nei giorni scorsi, presunte conclusioni di autorevolissime relazioni provenienti dai piani alti del Vaticano sull'influenza di una lobby gay. Scioccante. Dunque, per usare categorie mondane, il partito che fa capo al numero due dello Stato più piccolo del mondo, il cardinale Tarcisio Bertone, fa quadrato, rivendica la propria libertà assoluta e respinge attacchi e insinuazioni in un momento così delicato di transizione. Tutto questo, mentre il Papa si congeda dalla Curia e saluta affettuosamente il presidente Giorgio Napolitano accompagnato dalla moglie Clio. Papa Ratzinger, a chiusura degli esercizi spirituali della Quaresima, condotti dal cardinal Gianfranco Ravasi, è netto, quasi apocalittico come spesso gli capita. «Il maligno - spiega - vuole sempre sporcare la creazione per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza».

Parole cupe, subito bilanciate però da un'altra luminosa affermazione: «La verità è bella, la bellezza è il sigillo della verità».

La Chiesa è fatta così: spirito e materia, cielo e terra, santità e peccato. Certo, questa è una fase difficilissima, ma il Papa, che pure talvolta ha spinto sul pedale dell'invettiva con accenti quasi alla Lutero, non perde mai la bussola che indica la direzione. Ma queste sono le ultime ore di Benedetto XVI e la Segreteria di Stato guidata da Bertone deve occuparsi delle accuse che arrivano da tutto il mondo. Ecco, dunque il comunicato che prova a rompere l'assedio. La nota deplora la diffusione di «notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone o istituzioni». E per chi non avesse capito, il comunicato afferma che sotto attacco è la libertà del Collegio cardinalizio che nei prossimi giorni convergerà nella Sistina per eleggere il successore di Benedetto. «Se in passato - si legge nel testo - sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, cercare di far valere il proprio condizionamento nell'elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell'opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l'aspetto del momento spirituale che la Chiesa sta vivendo. È deplorevole che con l'approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il conclave, e i cardinali saranno tenuti ad esprimere in piena libertà la propria scelta, si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false».

A chi si riferisce la nota? Qui c'è solo l'imbarazzo della scelta, ma certo colpiscono i passaggi svolti dalla Commissione incaricata dallo stesso Ratzinger di fotografare i mali della Chiesa dopo lo scandalo Vatileaks. E nel dossier, preparato da tre autorevolissimi cardinali, per la prima volta si farebbe cenno ai ricatti orchestrati da una lobby gay presente nei Sacri Palazzi. Sconvolgente.

E intanto sui quotidiani di mezzo mondo escono i nomi dei cardinali che avrebbero coperto l'orrore della pedofilia. Costoro, gli impresentabili, non dovrebbero partecipare al conclave. La lotta per la purificazione della Chiesa sarà ancora lunga.

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