Spunta un'altra "magagna" di Antonio Esposito. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera - e come anticipato e dal Giornale e dal Tempo -, infatti, il giudice della Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi nel processo Mediaset aveva contatti stretti con Mario Nocito, avvocato in carcere per associazione mafiosa e corruzione.
Nocito è stato considerato il "deus ex machina", il burattinaio dietro al patto mafioso-politico a Scalea nell'ambito dell'inchiesta "Plinius" conclusasi a luglio e che ha portato all'arresto anche del sindaco della cittadina calabrese Pasquale Basile e cinque assessori e al commissariamento del Comune. Ma da tempo tra l'avvocato ed Esposito si susseguivano telefonate, cene e confidenze. Ad esempio il 22 ottobre 2010, quando un commercialista scrive all'ex sindaco: "Cena al ristorante ci saranno il presidente Esposito e sto per chiamare Mario Nocito". E anche quando l'avvocato del boss Pietro Valenti gli chiedeva consigli, Esposito era sempre pronto a darne.
Tutto è documentato da 29mila pagine di trascrizioni telefoniche operate dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, tanto che proprio al processo contro Nocito, Basile e gli altri Esposito è stato chiamato a deporre come testimone. Dalle carte non emerge nulla di penalmente rilevante, ma le frequentazioni non erano certo delle migliori. Anche se ultimamente i rapporti si erano un po' raffreddati. Il 9 maggio 2013, infatti, il giudice in una telefonata con Nocito si lamenta di Basile che "sta facendo una serie di scorrettezze in merito alla gestione dei locali". L'avvocato sostiene di non essere in buoni rapporti con il sindaco ma di sapere "dei casini che sta combinando con quei locali in comodato al presidente".
A questo punto Esposito dice che "Basile ha fatto una delibera per assegnare i locali a Mingrone e non li ha avvisati di questa cosa ed è uno scostumato. Perché anche se la convenzione era scaduta a marzo lui era andato per rinnovarla e lui si è negato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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