Il problema è sempre lo stesso, nel Pd. Decisioni prese senza interpellare i diretti interessati, comunicati di fuoco, dimissioni polemiche. Questa volta a masticare amaro sono il sindaco di Bari Michele Emiliano e quello di Lampedusa Giusi Nicolini, inviperiti contro la decisione-lampo di Renzi di collocare cinque donne come capilista per le circoscrizione delle Europee.
Retrocessi al terzo e secondo posto nelle liste per le Europee, entrambi hanno annunciato il clamoroso ritiro delle proprie candidature. "Nella direzione nazionale del partito che discuteva ed approvava le liste - spiega la Nicolini in un comunicato- sono prevalse altre loghiche, che privano di significato la mia candidatura": il primo cittadino dell'isola, però, tiene a far sapere che rinnoverà il proprio impegno come Sindaco "sui temi incarnati da Lampedusa".
Forse nel Pd non vogliono le novità, si interroga, con amara ironia, Giusi Nicolini: "Davide Faraone è volato fin qui a Lampedusa per chiedermi di candidarmi, assicurandomi che sarei stata capolista. E ieri scopro, solo per caso da voi giornalisti, che sono terza nella lista della circoscrizione Sicilia-Sardegna."
Ancora più duro il sindaco di Bari Emiliano, che descrive il proprio segretario come "specializzato in elettroshock": "Il messaggino mi è arrivato alle due di notte - racconta a L'aria che tira, su La7 - Dopo che per un mese e mezzo avevo girato mezza Italia dicendo che avrei guidato la lista, alle due di notte ho appreso del cambiamento.
Non era nelle mie intenzioni candidarmi, Renzi mi ha chiesto di fare il capolista e io ho obbedito."
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