Prima la chiamata alla marcia su Roma, la preghiera perché i suoi militanti non lo lascino da solo "con quattro gatti", ma si facciano sentire. È il momento di fare la democrazia, o di perdere il Paese. Beppe Grillo ne è convinto.
Poi a Roma non c'è andato, per non "favorire la violenza". E Grillo ha scelto di scendere oggi nella capitale, per spiegare in conferenza stampa il punto di vista suo e del MoVimento.
L'attacco del discorso di Grillo non lascia spazio a dubbi sull'interpretazione di quanto successo a Camere riunite. "L'hanno fatta grossa", dice il leader dei 5 Stelle. Per rinnovare il mandato a Napolitano hanno usato un "golpettino istituzionale furbo", utile a "salvare il culo a Berlusconi e alla sinistra sul Monte dei Paschi di Siena".
Il leader dei 5 Stelle racconta l'incontro al Quirinale nel giro di consultazioni istituzionali. E tratteggia i contorni della visita a "un signore avvilito e stanco", a cui "abbiamo chiesto la fiducia". E che "ha detto che non avevamo i numeri".
Lo stallo istituzionale per Grillo è il furto di "un anno di tempo. Non so se se lo possono permettere". E rigetta al mittente ogni accusa. I 5 Stelle hanno rifiutato l'accordo con Bersani? No: "Se ci avesse chiesto di governare insieme, ci avremmo pensato". Ma per il guru dei grillini tutto quello che è arrivato dal Pd è stato il tentativo di fare "scouting". E dunque niente governo insieme. "Ci abbiamo pensato. Abbiamo detto: 'diamo un segnale forte di sinistra. Rinunciamo ai contributi elettorale e loro hanno detto no'".
538em;">Nel pomeriggio il leader del Movimento 5 Stelle si è recato in piazza Santi Apostoli, dove avrebbe dovuto incontrare i manifestanti riuniti per ascoltarlo. Dopo una fugace comparsa è però ripartito. A bloccarlo anche la mancanza della strumentazione tecnica che avrebbe consentito un comizio.
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