Il rabbioso esercito di Conte

Giuseppi aizza le folle nel suo tour per difendere il reddito di cittadinanza e l'odio social corre veloce da una bacheca all'altra. Rimbalza sulla rete e ferisce. Dietro i post, spesso, si nasconde l'esercito dei percettori del reddito di cittadinanza che, sentendosi spalleggiati, non si fanno problemi ad "odiare". Ma il pericolo è che qualcuno molli la tastiera e prenda il bastone per scendere in piazza

Il rabbioso esercito di Conte
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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Odio, odio e ancora odio. Un sentimento frequente che popola soprattutto i social network dove si espande e corre da una bacheca all'altra. Rimbalza sulla rete e ferisce. Chi segue "La Buvette" lo sa, per due settimane ci siamo occupati del bonus tecnologico da 5.500 euro che i deputati si sono auto regalati per potersi comprare pc, tablet, cuffie e cellulari di ultima generazione. Un provvedimento disonesto per un periodo come questo che stiamo attraversando dove, agli italiani, si chiedono sacrifici. Vi abbiamo raccontato anche l'ipocrisia di Giuseppi, l’avvocato grillino che, solo dopo il polverone mediatico che si è alzato, ha deciso di schierarsi e prendere posizione attaccando chi, quella determina, l'ha voluta e firmata. Ha attaccato tutti, tranne il suo Filippo Scerra che, all'onor del vero, l'ha difesa.

È bastato far notare questo cortocircuito per essere assaliti da minacce e commenti violenti e cattivi. Tutti provenienti da sostenitori dell'avvocato, tutta gente a "libro paga". Percettori del reddito di cittadinanza in poche parole. D'altronde, ormai è quello l'elettorato del Movimento 5 Stelle, di Giuseppe Conte. Ascolta nel podcast l'opinione di Andrea Indini, responsabile de ilGiornale.it.

La natura del Movimento 5 Stelle non cambia. Sono loro i veri populisti, i veri giustizialisti. D'altronde è la storia a parlare per loro. "Sei la melma del giornalismo, sappiamo chi sei" - e ancora - "Giornalista di parte e arrogante", accuse rivolte (al sottoscritto) solo per aver sollevato delle domande. Legittime. "Usi molto la lingua, sei un lecchino" - e ancora - "Sei una testa vuota". "Povero scemo". "Conte ci ha salvati". Potremmo andare avanti all'infinito ma è inutile. Un fatto è certo: c'è gente che si sente legittimata ad offendere. Spalleggiata. Un bel guaio per il nostro Paese.

L'odio della rete non si ferma solo a chi

mette in discussione l'operato di Giuseppe Conte ma si estende, va oltre. C'è perfino chi punta il dito e accusa la cantante Cristina d'Avena per aver partecipato alla festa dei 10 anni di Fratelli d'Italia.

Robe da matti.

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