Il racconto di Soumahoro: "Salvato un migrante che si stava impiccando in un Cpr"

La drammatica testimonianza del deputato sulla sua ultima visita nella struttura capitolina di Ponte Galeria: “Ho pensato che fosse morto”

Il racconto di Soumahoro: "Salvato un migrante che si stava impiccando in un Cpr"
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Un gesto che ha salvato la vita di un migrante. Aboubakar Soumahoro ha raccontato quanto accaduto durante la sua quinta ispezione al Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri) di Ponte Galeria, a Roma, una visita che di punto in bianco si è trasformata in una tragedia fortunatamente solo sfiorata. Un ospite della struttura capitolina aveva deciso di togliersi la vita, impiccandosi, ma grazie all’immediato intervento del deputato e degli altri presenti è stato evitato il peggio.

"Durante la mia visita, camminando tra rifiuti e raccogliendo le drammatiche testimonianze delle persone trattenute in quello che non ho problemi a definire un lager, è venuto da me un ragazzo e mi ha detto 'qualcuno sta morendo, vieni!'. Ero quasi incredulo quando ho iniziato a seguirlo a passo svelto", ha spiegato il deputato del grupp Misto ai microfoni di Today. All’interno di un bagno c’era un uomo che penzolava nel vuoto con un lenzuolo legato al collo: “Lo aveva attaccato a una finestra utilizzando un contenitore del cibo per arrivare più in alto. A quel punto l'ho urlato e ho chiamato il direttore dell'istituto, dopodiché l'ho preso subito tra le braccia per allentare la stretta del lenzuolo e ho chiesto al responsabile della struttura, che nel frattempo era accorso, di slegare il nodo, cosa che ha fatto arrampicandosi fino alla finestra”.

Ho pensato che fosse morto, il racconto dell’ex sindacalista: il giovane era in condizioni gravi, non parlava e aveva un occhio aperto a malapena. Dopo essere stato sollevato di peso, è stato trasportato nel cortile esterno della struttura in attesa dell’arrivo dei sanitari, tutt’altro che rapido secondo quanto evidenziato da Soumahoro:"Lo abbiamo adagiato intorno alle 11.10 e ho subito chiesto di avvertire il presidio sanitario; non c'era neanche una barella in quel momento. La dottoressa è arrivata di corsa dopo circa cinque minuti, poi finalmente è arrivata la barella dove l'uomo è stato caricato da noi e dalle forze dell'ordine, non dagli operatori sanitari che non c'erano. Le sue condizioni sembravano sempre gravi, apriva a malapena un occhio e non rispondeva alle domande che gli facevamo io e il direttore del Cpr. L'ambulanza è arrivata quasi un'ora dopo e lo ha trasportato all'ospedale Sant'Eugenio". Ora il giovane sembra che respiri regolarmente, ha aggiunto l'ex Avs.

Soumahoro ha colto l’occasione per tornare ad attaccare lo stato dei Cpr, sottolineando che il migrante che ha tentato il suicidio era ospite della struttura da marzo e avrebbe ricevuto la

notizia di un ulteriore prolungamento della permanenza. “I Cpr sono un’anomia di Stato, dei lager senza regole che ormai sono lì da 26 anni. Vanno immediatamente chiusi”, ha rincarato la dose.

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