Sul premierato le opposizioni si uniscono e fanno le barricate in Senato in nome della difesa identitaria dei senatori a vita, che vorrebbero fossero molti di più rispetto a quelli inseriti della norma vigente che dovrebbe essere cancellata. La riforma costituzionale sull'elezione diretta del presidente del Consiglio proposta dal governo Meloni prevede infatti che, una volta approvata la revisione della Carta, il Presidente della Repubblica non potrà più nominare cittadini che hanno "illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario", come invece cita l'attuale articolo 59 della Costituzione. E così la giornata odierna diventa l'occasione per il centrosinistra di mettere in atto una sorta di show all'interno dell'Aula di Palazzo Madama, proprio mentre si stava votando l'emendamento contro la norma che prevede l'abolizione dei senatori a vita.
Qua i parlamentari del Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi-Sinistra hanno sventolato una copia della Costituzione. Mentre la tensione è ulteriormente salita ancora quando il presidente Ignazio La Russa ha deciso di accorpare la votazione su emendamenti dell'opposizione di contenuto simile che riguardavano proprio il numero dei senatori a vita. "Stiamo applicando una regola di buon senso - ha detto la seconda carica dello Stato replicando alle proteste - poiché ci sono diversi emendamenti che propongono ad esempio di aumentare il numero di senatori a vita". Ed è proprio questo l'elemento che svela le vere intenzioni dell'ammucchiata rossa: non solo i partiti del cosiddetto "campo largo" non vogliono cancellare questo istituto, ma vorrebbero che il numero dei membri permanenti a Palazzo Madama fosse addirittura raddoppiato.
La "proposta di modifica n. 1.23 al DDL n. 935" depositata nell'emiciclo e sottoscritta da 27 rappresentanti del Pd recita infatti testualmente così: "All'articolo 59, il secondo comma è sostituito dal seguente: 'Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita fino a dieci cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario'". Non solo ma, a proposito di emendamenti molto simili tra loro, il numero 1.1007 di De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia e Magni (tutti di Avs) specifica che il Capo dello Stato potrà nominare come senatori a vita "fino a dieci cittadine e cittadine": giusto anche per sottolineare quel tocco di politicamente corretto che nella sinistra non può proprio mancare mai. Entrambe le proposte sono state bocciate in Aula.
In un post su X (ex Twitter) Lucio Malan di Fratelli d'Italia fa ironicamente notare il fatto che portare il numero dei senatori a vita da 5 a 10, significherebbe che loro rappresenterebbero 5% del totale degli eletti a Palazzo Madama, senza considerare gli ex Presidenti della Repubblica: "Visto che gli elettori non li votano, sperano in un numero di senatori a vita con una forza equivalente a quella di un partito con oltre 1 milione di voti", scrive il parlamentare di FdI.
Dopo che è diventato pubblico anche l'emendamento di Verdi e Sinistra, Malan ha poi rincarato la dose: "Nelle scorse elezioni Avs ha preso 972 mila voti ottenendo 3 senatori. Insomma: vogliono che i non eletti valgano oltre 3 volte più di tutti i loro elettori messi insieme. I 'difensori della democrazia'".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.