Raffaella Pirini: "Temo per il futuro del Movimento 5 Stelle"

La consigliera di Forlì, epurata da Grillo: "C'è accentramento sempre maggiore e la gente non si fida più"

Raffaella Pirini, consigliere comunale a Forlì
Raffaella Pirini, consigliere comunale a Forlì

Ormai il copione è sempre lo stesso: qualcuno critica il suo operato o pone delle domande scomode e, puntualmente, arriva la scomunica da Beppe Grillo, unico proprietario del logo e unico che, legalmente, può decidere chi può usarlo. Così anche la lista civica Destinazione Forlì, nata da uno dei primi MeetUp italiani e che ha portato Raffaella Pirini al consiglio comunale, dovrà d'ora in poi rinunciare alle 5 stelle.

È proprio l'attivista forlivese a raccontarci cosa è successo negli ultimi mesi: "A novembre abbiamo ricevuto una raccomandata dallo studio legale di Grillo in cui ci si intimava a non usare più il logo perché non avevamo partecipato a nessuna competizione elettorale con il M5S"

Come è possibile?
Il logo del M5S è nato nel 2010, ma noi facciamo parte di quella schiera di liste civiche nate nel 2009. Grillo ci ha appoggiati durante le elezioni: era venuto a chiudere la campagna elettorale, in qualità di attivista sono stata citata più volte sul suo blog e nel 2010 mi chiese personalmente di fare il candidato presidente per la Regione. Non si può certo dire che la lista non sia stata riconosciuta.

A quel punto cosa avete fatto?
Abbiamo preferito il silenzio stampa e abbiamo scritto due volte a Grillo sperando di avere chiarimenti e di trovare una soluzione alternativa. Nel frattempo sono iniziati i preparativi per le parlamentarie e non volevamo danneggiare il movimento. I ragazzi che si sono candidati credono nei principi del MoVimento. Siamo stati doppiamente colpiti perché, se è vero che il M5S guarda al merito, senza nulla togliere all'attività di altri, la sua storia è partita da Forlì. Ora, vista la mancanza totale di risposte, abbiamo deciso di rompere il silenzio.

C'era qualcuno della sua lista candidato alle parlamentarie?
No, perché i nostri che avrebbero potuto partecipare non hanno ricevuto l'email di convocazione dallo staff. Abbiamo chiesto informazioni, ma nessuno ci ha risposto nemmeno per dire che non potevano partecipare. Di fatto sono stati tagliati fuori.

Lei è stata una delle prime a sollevare il tema della democrazia interna. Ora che le parlamentarie si sono svolte, è cambiato qualcosa?
Si tratta di un tema molto vago. Sicuramente le parlamentarie sono state democratiche perché hanno dato la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, ma è un mezzo assolutamente perfettibile: non teneva in considerazione nemmeno le persone che si sono prodigate sul territorio, ma che non avevano per vari motivi accesso al blog. Ci sono stati dei problemi, anche tecnici, legati alla solita fretta, quella che noi contestiamo alle amministrazioni. Il non statuto prevede un "efficiente e efficace scambio democratico interno". Scambio che viene a mancare nel momento in cui uno dei tuoi consiglieri ti cerca da novembre e non gli si dà risposta. Il non statuto , tra l'altro, è stato usato per far fuori Tavolazzi senza che avesse infranto le regole. La base è liberissima sul territorio, ma quando si tratta di prendere decisioni sulla gestione del MoVimento, conta solo il vertice

Ora la sua lista può richiederla questa certificazione che manca?
È un problema che non sussiste: l'abbiamo già ottenuta. Abbiamo anche chiesto di darcela, ma non ci viene data risposta... Io non mi sento fuori dai principi del M5S, non abbiamo violato nulla, come invece si è visto altre volte da militanti che poi, una volta assessori, hanno difeso a spada tratta gli inceneritori. Chi viene espulso viene accusato di volere il male del movimento, ma noi abbiamo provato a risolvere senza fare polemiche. Però non ci è stata data risposta. Chi ha dato il movimento in pasto ai media è stato qualcun altro. Quando eravamo in piena crescita ed eravamo tutti compatti, il primo attacco è arrivato dall'alto, dal blog di Beppe Grillo. Tra l'altro verso un consigliere (De Franceschi) che non si era sovraesposto e non era apparso nei talk show. Da lì ho iniziato la parabola discendente perché ponevo delle semplici domande.

E ora cosa farete?
Non possiamo fare altro che prendere atto del divieto, perché il logo è di proprietà di Beppe Grillo. Continueremo a lavorare come lista civica: per fortuna avevamo già un altro logo. Non cambia nulla per la nostra attività, anche se iniziamo a temere per il MoVimento 5 stelle. Molti ci chiedono cosa sta succedendo.

Crede ci siano le basi per fondare un movimento alternativo?
Non so dirlo perché non sono nella testa delgi altri colleghi o della base. La gente che incontro mi chiede perché non faccia qualcos'altro. Perché la gente non si fida più, l'elettorato è spaccato, ma non so in che percentuale.

C'è quello che io chiamo l'elettorato consapevole che sa come lavorano gli attivisti sul territorio e si pongono delle domande. Non viene assolutamente compreso l'atteggiamento del vertice e con l'avvicinarsi delle elezioni politiche c'è stato un accentramento sempre maggiore. Le epurazioni non fanno pensare a niente di buono per il movimento.

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