- Mi dovete scusare per la versione breve. Iniziamo.
- Il Comagno Gino, amico di Ilaria Salis, pure lui sotto inchiesta in Ungheria per i fatti di Budapest, non viene scarcerato dalla Francia che decide di non decidere. L’udienza è stata rinviata. Alla fine sia Ilaria che Gabriele Marchesi, l’altro antifascista a cui l’estradizione è stata negata dall’Italia, possono davvero dirsi fortunati: essere italiani a volte è un vantaggio. E pure grosso.
- Il Tar di Aosta ha deciso che inviare rose e cioccolatini all’amata che non ricambia non si configura come molestia. Va bene: esagerare non sarà galante e difficilmente conquisterai una donna sommergendola di regalini, ma se all’uomo viene impedito anche di “insistere” un po’ nel corteggiamento e questo viene subito trasformato in stalking allora mi sa che possiamo dire addio a qualsiasi forma di romanticismo.
- La mossa di Putin è curiosa. Apre sì alle trattative con Kiev, ma solo se Zelensky (o un altro) vincerà le elezioni (essendo in proroga per via della legge marziale). Cosa significa? Significa che Vladimir sta prendendo tempo. Tutti ormai aspettano che Trump prenda potere. Poi si vedrà.
- Matteo Renzi assolto per il caso Open. Tutti prosciolti. Cosa ci insegna questo? Ci insegna, caro Fittipaldi e caro Nello Trocchia e cara Sara Giudice, che il garantismo va applicato a tutti, sempre, aspettando le sentenze senza sfruttare a piene mani le carte dell’accusa che sono sempre parziali e spesso di parte.
- Ha ragione però Salvini a punzecchiare quel gran simpaticone di Matteo Renzi. Siamo tutti felici che l’ex premier sia stato assolto, ma è assurdo che il “garantista” leader di Iv abbia votato per mandare a processo Matteo Salvini che domani rischia fino a 6 anni di carcere.
- Al Circo Massimo un signore è stato ritrovato in stato confusionale e sotto choc. Ricorda solo di essere tifoso della Roma. Nel suo essere tragico, questa storia ha qualcosa di romantico.
- La relazione dei vigili sull’incidente di Ramy e Fares a Corvetto sostiene, in sintesi, che un impatto tra l’auto dei carabinieri e il TMax c’è stato ma “alcuni istanti prima” del momento della caduta, senza una relazione causa-effetto e comunque si sarebbe trattato di un tocco laterale e non di uno speronamento da dietro. Caso chiuso? No. Aspettiamo l’analisi del consulente della procura che arriverà tra un paio di mesi.
Qui però viene più o meno confermata la tesi di questa nostra rubrica, ovvero che non si poteva escludere che un contatto ci fosse stato ma che non necessariamente questo avrebbe prodotto la caduta dello scooter. Insomma: potrebbero non aver mentito né il carabiniere né il giovane alla guida. Resta il fatto, e non smetteremo mai di ripeterlo, che l’unico modo per salvare la vita a Ramy era fermarsi. Punto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.