Stop all'assegno e sei anni di carcere: ecco la stangata sui furbetti del reddito di cittadinanza

La bozza del nuovo sussidio prevede una stretta: reclusione da due a sei anni per chi dichiara il falso per ottenere l'assegno. Il sussidio verrà revocato al primo rifiuto di un contratto

Stop all'assegno e sei anni di carcere: ecco la stangata sui furbetti del reddito di cittadinanza

Una stretta ai danni dei furbetti era doverosa e finalmente all'orizzonte si intravede un segnale concreto. In questi anni c'è chi ha aggirato la legge per ottenere il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti, motivo per cui il governo - nel nuovo strumento che sostituirà la misura tanto cara al Movimento 5 Stelle - ha previsto il pugno duro verso chi presenta documenti contraffatti per tentare di intascare il sussidio. Oltre alla stangata per i furbetti si va verso una serie di sgravi per favorire le assunzioni.

La stangata per i furbetti

La lotta agli illeciti passerà per un necessario rafforzamento dei controlli che permetterà di scovare chi dovesse cercare di scroccare l'assegno senza avere i requisiti per accedervi. A questo si affiancheranno delle sanzioni penali tutt'altro che leggere che hanno la finalità di colpire chi dichiara il falso per ottenere il sussidio. L'obiettivo è chiarissimo: disincentivare i beneficiari a emulare i furbetti del reddito di cittadinanza che hanno fatto ricorso a diversi modi per ottenerlo senza averne diritto.

Stando a quanto riferito da Il Messaggero, nella bozza del decreto lavoro sarebbe prevista la reclusione da due a sei anni per chiunque dovesse presentare documenti contraffatti o dovesse rendere informazioni non veritiere. In tal modo si porrebbe un freno a chi avesse in mente di ottenere indebitamente il beneficio economico. E non è finita qui: chi non comunica all'Inps le variazioni del proprio reddito potrebbe rischiare la reclusione da uno a tre anni.

La prima offerta di lavoro

Il testo non fa riferimento solamente alle sanzioni penali ma si concentra anche su quelli che sono gli obblighi a carico dei beneficiari, che dovranno rispettare determinati passaggi per non perdere l'assegno. Il componente del nucleo familiare deve presentarsi al servizio per il lavoro; le persone non occupabili devono sottoscrivere un patto di attivazione digitale; i cosiddetti occupabili devono recarsi in un Centro per l'impiego e firmare un patto di servizio personalizzato per la ricerca di un lavoro.

Nella bozza non si parla della congruità dell'offerta, che poteva essere considerata tale tenendo conto della coerenza tra offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate, della distanza del luogo di lavoro dal domicilio e dei tempi di trasferimento. L'orientamento è quello di procedere alla revoca del sussidio di fronte al primo rifiuto di un contratto. I percettori non potranno tirarsi indietro dalla sottoscrizione di un patto e dalla partecipazione alle iniziative per la formazione.

Gli sgravi per le assunzioni

Sempre secondo Il Messaggero si sta lavorando a degli sgravi in grado di incentivare le assunzioni. Grazie alla decontribuzione si potrebbe ad esempio favorire l'impiego di chi percepisce il nuovo sussidio da impiegare anche nelle attività stagionali.

A questo si potrebbe aggiungere pure un contributo del 60% del costo del lavoro per chi assume i Neet tra giugno e dicembre: si tratta di ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non risultano essere né occupati né inseriti in un percorso di istruzione o di formazione.

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