Mia, il nuovo reddito di cittadinanza per chi è davvero in difficoltà

Il nuovo reddito di cittadinanza andrà nella direzione auspicata e chiesta da anni: nessuno sconto per gli occupabili ma pieno sostegno ai bisognosi, ecco i numeri della ripresa economica italiana e i posti di lavoro vacanti

Mia, il nuovo reddito di cittadinanza per chi è davvero in difficoltà

Dopo anni in cui il reddito di cittadinanza grillino ha creato più danni che benefici con migliaia di "furbetti" che si sono approfittati anche degli scarsi (e spesso inesistenti) controlli, la misura nata male e finita peggio sta per essere definitivamente archiviata: tra non molto daremo il benvenuto a Mia (Misura di inclusione attiva) che, come ci siamo occupati sul Giornale, darà sostentamento alle famiglie che ne hanno davvero bisogno e che si trovano in difficoltà.

Migliaia di assunzioni in vista

Le bozze della riforma del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, sono già pronte, adesso serve il passaggio fondamentale in Consiglio dei ministri prima della definitiva approvazione. Oltre ai costi esosi per le casse statali che il Codacons ha stimato in quasi 28 miliardi di euro dal 2019 a oggi, la nuova riforma fortemente voluta dal nuovo governo punta a un risparmio annuo intorno a 2-3 miliardi di euro ma sarà soprattutto inclusiva, ossia favorirà l'inserimento nel mondo del lavoro che il reddito grillino ha scarsamente operato. Contrariamente a quanto si possa pensare, in Italia il lavoro c'è e lo testimoniano i numerosi concorsi che si moltiplicano su tanti settori, la ripresa economica dopo gli anni difficili della pandemia e centinaia di aziende in attesa di aumentare i loro organici.

Soltanto poche ore fa si sono chiusi i termini per fare la domanda a Poste Italiane che ricerca figure quali portalettere, addetti alla logistica, consulenti e numerose altre posizioni lavorative con contratti a tempo indeterminato. Come abbiamo scritto sul Giornale.it, sono più di 11mila i posti di lavoro vacanti in questo periodo e che saranno occupati nel giro delle prossime settimane: dagli impiegati ai geometri, dagli informatici ai giardinieri, le stime di Legacoop, l'Associazione con oltre 15mila imprese cooperative in tutti i settori, parlano di un mercato in espansione ma è difficile trovare chi si occupa di manodopera. Perché mai? Forse perché il reddito grillino ha abituato male, molto male, anche gli occupabili. Il lavoro in Italia c'è, si sta ricreando e il 2023 è iniziato con un deciso cambio di marcia rispetto agli anni difficili del Covid ormai alle spalle: nei prossimi giorni scadranno i termini per l'assunzione di migliaia nuove figure che entreranno nell'Arma dei Carabinieri.

Ecco perché Mia va, finalmente, nella direzione auspicata: il sostegno statale continuerà a esserci per le famiglie in difficoltà ma la misura vedrà un taglio netto sui soldi che percepiranno gli occupabili, 375 euro mensili pari ad una sforbiciata del 25% rispetto a oggi. Chi è senza lavoro ha il dovere di rimboccarsi le mani senza bivaccare aspettando l'assegno statale, chi fa parte dei "non occupabili" non sarà abbandonato dallo Stato. "Riteniamo fondamentale coniugare la doverosa assistenza economica a chi non è in condizione di lavorare, con la necessità di assicurare un provvisorio sostegno salariale e l’inserimento in percorsi professionali di chi invece può lavorare ma non trova un’occupazione. Il lavoro in Italia c’è, basta saper mettere in relazione domanda e offerta", ha dichiarato in una nota Enrico Folgori, presidente di Feoli (Federazione Europea Operatori della Logistica Integrata), sottolineando come siano tantissime le aziende che ricercano figure professionali nell'ambito della logistica e del trasporto ma "che spesso faticano a trovarle.

Proprio per questo, come Feoli ci rendiamo sin da ora disponibili a lavorare con il Ministero del Lavoro e con il governo per un protocollo che agevoli l’ingresso nel mondo del lavoro dei percettori del reddito di cittadinanza immediatamente occupabili".

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