Renzi non crede in Bersani: meglio sul "gratta e vinci" che alla guida del Paese...

"Più Bersani più vinci" è il Gratta e Vinci da 2 euro che sara' distribuito durante la Festa Democratica di Firenze. Renzi avverte: "Lo compro ma non lo voto"

Nemmeno i democratici sono disposti a scommettere su Pier Luigi Bersani. Sarà la mancanza di appeal, sarà l'appoggio al governo tecnico di Mario Monti, sarà - anche - la confusionaria campagna acquisti per tessere le alleanze in vista delle prossime politiche. Sta di fatto che le quotazioni del leader Pd sono in forte ribasso. Alla Festa democratica di Firenze hanno pure provato a dargli una svecchiata inventandosi il gratta e vinci da due euro, "Più Bersani più vinci" che sarà distribuito all'appuntamento al Parco delle Cascine.

Il giochino è semplice: un banale gratta e vinci, di quelli che si comprano in tabaccheria, in salsa Pd. Basta dare una grattatina alla classica patina argentata per scoprire se e cosa si ha vinto. Più "faccine" di Bersani (con tanto di sigaro fumante) si trovano più ghiotti saranno i premi. Dalla pasta ai salumi, Pier Luigi ti fa "abbuffare" agli stand enogastronomici della festa. Ma non tutti sono disposti a scommettere sul "faccino" di Bersani. Altro che indigestione, c'è chi teme addirittura di rimanere a bocca asciutta. D'altra parte, le elezioni politiche del 2013 - l'appuntamento cruciale dopo la parentesi "tecnica" dei Professoroni - sono dietro l'angolo. E più si avvicinano, più aumentano gli scettici: scommettere su Bersani potrebbe rivelarsi un flop. E la sconfitta peserebbe molto di più che buttare via due euro. Lo sa benissimo il "rottamatore" Matteo Renzi prendendo le distanze dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che, nei giorni scorsi, aveva assicurato il proprio voto al leader di via del Nazareno. "Farò tutto quello che ha detto che farà Rossi, tranne la parte finale...", ha ribattuto il sindaco di Firenze puntando il dito contro chi intende gestire le primarie come "un Festivalbar della simpatia" anziché come "una grande occasione perché gli italiani discutano di bella politica".

In casa Pd il clima è tutt'altro che disteso. Per il momento Renzi non ha voluto fomentare polemica sul rinvio delle primarie deciso dal partito e ha invitato il "rottamatore" Pippo Civati a non uscire dal Pd. Tuttavia, i problemi restano. Bersani ha davvero troppo da dover giustificare ai suoi e agli elettori: dal "patto" con Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini per sostenere Monti alla deriva centrista per siglare il patto con l'Udc, dalle continue liti con l'Idv di Antonio Di Pietro allo scambio di accuse con Beppe Grillo.

Insomma, adesso che l'antiberlusconismo è venuto meno come collante, Bersani fatica a tenere insieme il partito. In un recente video il comico genovese ha trasformato il leader Pd in un zombie. Dead man walking. Ora nemmeno i suoi sono più disposti a puntare il suo nome. Altro che gratta e vinci!

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