L’accordo sulla legge elettorale rappresenta la rottura di un "incantesimo", ma ora è necessario occuparsi di "lavoro" per una "ripartenza dell’Italia". Matteo Renzi al Tg1 rivendica il successo dell'accordo sulla legge elettorale con Silvio Berlusconi e spiega: "Gli italiani non mangiano di legge elettorale, però sono 20 anni che i politici danno impressione di litigare su tutto: la possibilità di scrivere insieme le regole del gioco è come se si fosse rotto l’incantesimo. Adesso che la legge elettorale è in dirittura di arrivo, sotto con il taglio dei costi della politica per un miliardo e con gli interventi più attesi, che sono quelli sul lavoro il lavoro. Il grande piano per il lavoro è la ripartenza dell’Italia". Sull'intesa col Cav spiega: "Berlusconi dalla politica non è mai andato via, ha una vicenda giudiziaria che lo porta all’interdizione, ma è il capo dell’alleanza di centrodestra. "Lo è non perché l’ho scelto io, ma perché lo hanno scelto milioni che lo hanno votato. Abbiamo scritto con lui regole del gioco proprio per evitare di governare in futuro con lui".
Adesso per il segretario democratico scatta la prova dell'Aula. Sel, Lega, Movimento 5 Stelle e Popolari per l’Italia hanno annunciato, in ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali, che voteranno contro il testo base della riforma elettorale e per l’approdo diretto in Aula domani. "Ritiriamo il nostro voto - spiega Gregorio Gitti (PI) - perché ritenevamo fosse emendabile, ma l’atteggiamento di Pd e Forza Italia ci costringe a votare contro". Quanto a Scelta Civica, invece, ha annunciato che si asterrà. Dunque, domani il testo base dell’Italicum otterrà il via libera solo da Forza Italia, Pd e Nuovo centrodestra.
Renzi ha poi mandato un segnale al premier Enrico Letta: "Il rimpasto lo lascio agli addetti ai lavori, parliamo di lavoro, di scuola, di cose concrete, la discussione sul rimpasto è insopportabile, non è un problema di poltrone, perlomeno io non sono abituato a pensare la politica come scambio di poltrone.
Parliamo di cose serie, c’è un paese che ha bisogno di tornare a voltare: parliamo delle scuole, cadono a pezzi, ho chiesto 5 miliardi di euro fuori dal patto di stabilità per la stabilità delle scuole... Parliamo di cose concrete, del rimpasto, delle poltrone e dei ministri lasciamo che si occupino gli addetti ai lavori. Noi ci occupiamo delle cose serie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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