Renzi prende i soldi ma snobba i campioni

Mondiale ciclismo a Firenze, il sindaco non va alla premiazione dei corridori. La giustificazione: "Ero alla comunione di mio figlio". Al Comune arrivano 120 milioni

Renzi prende i soldi ma snobba i campioni

Il sindaco ovunque, il sindaco ubiquo, il sindaco prezzemolo, il sindaco che sbuca da tutte le parti e che non si spegne neanche col telecomando: proprio lui, improvvisamente sparito e inutilmente atteso. Domenica storica per la città di FiRenzi, giornata conclusiva dei Mondiali di ciclismo, con la corsa nobile dei campioni professionisti. Naturalmente, anche un affare consistente. Per mesi e mesi ci hanno lavorato sopra tutti quanti. Come succede in tutte le località del mondo che ospitano l'avvenimento, pare normale e doveroso, elegante e gentile, una presenza sul traguardo del primo cittadino. Soprattutto di questo, che per indole personale non se ne perde una. Nel ramo sport, fisso in viola a tifare Fiorentina. Invece, scioccante colpo di scena: Renzi non c'è. Nemmeno una comparsata fugace, nemmeno la consegna simbolica di una medaglia. Evaporato, dissolto. In serata, un'agenzia di stampa spiega il motivo: il sindaco era alla prima comunione del figlio, tuttavia - si specifica - si è tenuto in costante contatto con i vigili.

Quando c'è di mezzo la creatura, siamo tutti padri di famiglia pronti a comprendere. Ma il mondo del ciclismo non ha potuto evitare di chiedersi se in tutta la giornata, magari tra l'apertura dei regali e l'ammazzacaffè, il dinamico e polivalente sindaco non potesse comunque ritagliarsi mezz'ora per i Mondiali. Troppo complessa la macchina organizzativa della prima comunione? Qualche altra ragione? Di tutte le scusanti e le attenuanti concesse, una soltanto è esclusa a priori: che non sia andato ai Mondiali per discrezione, perché è un tipo timido e schivo, allergico ai riflettori e ai clamori.
Un fatto è certo: se Renzi ha studiato la sua assenza ispirandosi al teorema di Nanni Moretti in Ecce bombo, mi si nota di più se non ci vado, l'obiettivo è centratissimo. Il vuoto istituzionale non è sfuggito a nessuno. Suscitando molta amarezza e molte censure. Soprattutto in considerazione di un semplice calcolo economico: come riferisce il presidente della Regione, Enrico Rossi, questa manifestazione avrà un ritorno in zona calcolabile intorno ai 120 milioni di euro. Firenze in particolare si godrà l'onda lunga del turismo e degli sponsor culturali. Bastava almeno un grazie.

Tra il pubblico degli appassionati, c'era felicissimo di esserci Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. Ciclista praticante, con il suo impero Mapei è da anni sponsor dei Mondiali. Lui pure ci è rimasto malissimo: «In tanti anni che vado ai Mondiali, è la prima volta che un sindaco non si fa vedere». Presidente, c'era la comunione... «Ma non s'è visto neppure il sabato sera: cinquecento invitati da tutto il mondo a Palazzo Vecchio, sponsor e autorità d'ogni genere. Gli stranieri mi hanno chiesto di conoscere questo Renzi di cui si parla tanto, io l'ho atteso, ma non si è presentato». Chi può dirlo: magari un battesimo in notturna.
Quanto ad Angelo Zomegnan, il capo dell'organizzazione iridata, adesso che chiude gli ombrelloni non ha nessuna voglia di cercarsi rogne postume, preferendo sfumare con ampio sfoggio di diplomazia: «Per me, l'importante è non avere nulla da rimproverargli sul piano dell'impegno e della disponibilità municipale».

E difatti, su questo punto, nessuno ha niente da rimproverare a nessuno. FiRenzi e la Toscana hanno dato cuore e anima per i Mondiali, nel segno di una tradizione ciclistica centenaria. La questione è puramente personale e simbolica: dopo essere comparso a sorpresa durante la presentazione a Roma, nella sede del Coni, scatenando il risentimento del presidente regionale Rossi (assente perché non invitato quanto Renzi), dopo aver fatto sapere di avere in cima ai pensieri i Mondiali, il sindaco della città di Bartali - neo Giusto tra le genti - fa il prezioso e snobba. Romantica e struggente la sua giustificazione in consiglio comunale, l'indomani: «Con i mondiali non ho cercato la visibilità per me, ma la vivibilità per i cittadini». Santo, eroe, martire: ma cosa hanno fatto i fiorentini per meritarsi un uomo così.
La sensazione però è inevitabile, quasi una certezza: se avesse ricevuto un altro genere d'invito, facciamo l'esempio a caso di Fabio Fazio, una mezz'ora per lasciare il banchetto familiare se la sarebbe ritagliata.

Ma purtroppo il ciclismo è sport popolare, sudato e sporco, non ha l'influenza dei circoli snob, non è politically correct quanto la tv che conta o le manifestazioni intoccabili alla gay pride. Quando FiRenzi organizzerà - dico a caso - la convention mondiale dei Rotary, certo il leader democratico questa mezz'ora la troverà. Ci fossero pure cresima e matrimonio.

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