Gentile Direttore Feltri,
ho letto diversi commenti sarcastici su Renzo Bossi, tornato agli onori delle cronache (stavolta rosa) in seguito alla notizia del suo matrimonio con un'imprenditrice rumena. A quest'uomo, che pure
si è svincolato dalla politica, viene tuttora riservata cattiveria oltre al fango già ricevuto anni addietro. Lei cosa ne pensa?
Luca Brambilla
Caro Luca,
conosco il ragazzo in questione, Renzo, a cui porgo i miei più sinceri auguri, nel caso ci leggesse, per le sue recentissime nozze con Izabela Corina, che, come tu stesso riporti, è una imprenditrice rumena che opera nell'ambito dell'alta profumeria. In quale circostanza e con quali modalità il cosiddetto Trota abbia incontrato Izabela, la quale appartiene ad un universo completamente opposto rispetto a quello in cui vive Renzo, che fa il pastore e l'agricoltore tra i monti, non è dato saperlo, ma il fatto che questi due stiano insieme è la prova provata che non bisogna essere uguali per amarsi, anzi, le differenze infiammano spesso i cuori e conducono ad un arricchimento reciproco. Spero che la signora Bossi non influenzi, con la sua raffinatezza, lo stile di vita da montanaro del Trota, che, peraltro, produce dei formaggi di capra di una bontà che oserei definire esagerata. Ovviamente non parlo per sentito dire, avendo avuto modo di gustare tali prelibatezze. Già al primo assaggio non ho potuto fare a meno di riflettere sulla assoluta veridicità di una osservazione che anni addietro veniva fatta riguardo Renzo: «Braccia rubate all'agricoltura», commentavano i maligni che lo vedevano inserito
nella cosa pubblica. Oggi è abbastanza evidente che costoro non avevano mica torto. Le braccia di Renzo sono state ora date alla pastorizia ed egli dispone di ben 70 capre, che tratta tutte da regine. C'è poco da ridere. Questo giovanotto, che tutti prendevano in giro, si è rivelato essere un abile imprenditore e ha dimostrato di essere umile, altro che ragazzino viziato e protetto dal babbo. Si è rimboccato le maniche e si è messo a spalare il letame, ad accompagnare gli ovini al pascolo, a mungere, a sgobbare, altro che auto blu, rimborsi, agi e mollezze. Quanti dei nostri politici di destra e di sinistra, imbullonati alla poltrona (usando una espressione celebre adoperata dalla premier Meloni), sarebbero in grado di fare tutto questo, ossia di cambiare vita, carriera, attività, obiettivi, rinunciando a privilegi a cui si attaccano con tutte le loro forze?
Ammiro chiunque si dia da fare. Per questo ammiro anche Renzo Bossi, un uomo che conosce il valore della terra e che da quello che potrebbe sembrare un fallimento estrae nuove opportunità. E il tema agricolo è tutt'altro che secondario, tanto più in questo periodo, nel quale è in corso una sorta di ribellione collettiva degli agricoltori e degli allevatori italiani, anzi europei, contro certe
improvvisate politiche giudicate castranti e nocive per il settore. Se sulle nostre tavole arrivano latte, verdura, frutta, formaggi, uova, carni, è per il faticoso impegno di questa gente, gente come Renzo Bossi, che tuttavia suscita ancora la penosa ilarità di alcuni miei colleghi. Intanto egli ha mostrato di essere in grado di sporcarsi le mani, di sudare, di inventarsi un mestiere, di condurre un'azienda e di andare avanti alla grande senza il bisogno di poggiare il sedere su uno scranno di velluto per potere campare in qualche modo.
Mi pare che nessuno degli ex grillini, perduta la poltrona, sia stato capace di fare
altrettanto. Abbiamo, ad esempio, Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti nel governo giallo-verde, che si lamenta sul web perché il tonno in scatola, che divora quotidianamente per salvare il tono muscolare, costa troppo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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