La ricetta del Cav: il mostro Equitalia dev'essere rottamato

Dopo l'abolizione dell'Imu, ecco un'altra propasta Pdl a favore dei contribuenti. Più flessibilità, stop ai pignoramenti e meno interessi: basta con le persecuzioni

Sede di Equitalia
Sede di Equitalia

Torino - «Siete bellissimi, mi sento quasi ringiovanito, mi sembra di essere tornato al '94». Un Lingotto di applausi, un Lingotto che si dilata, come mai accaduto prima, ma che non riesce a contenere un incontenibile Silvio Berlusconi e una folla, almeno 3mila persone, che manda allegramente in tilt ogni cordone di sicurezza. Parte lancia in resta il Cavaliere tornato nell'agone e, appena le note dell'inno di Mameli sfumano, il primo affondo è tutto per l'inquilino, più o meno abusivo, che, giusto la sera prima, ha lasciato la non lontana piazza Castello. Quel Grillo, più o meno parlante, che, a giudizio dell'ex premier «da consumato attore non fa altro che ripetere a ogni comizio le stesse studiatissime battute secondo un trito copione». Ma questo è soltanto un buffetto, perché la botta arriva pochi istanti dopo: «Grillo ci fa un baffo, in piazza dovevamo andarci noi. Ma attenzione - avverte Berlusconi - hanno fatto credere che i candidati di Grillo erano stati valutati da una commissione sulla base dei curricula, invece l'80% di quelli in lista vengono dagli ambienti di estrema sinistra, sono persone che stavano nei centri sociali e tra i No Tav, oltre che tra i black bloc. Per questo, credetemi, Grillo rappresenta un vero pericolo per la democrazia perché paralizzerebbe il Parlamento o farebbe comunella con Ingroia e Vendola».
Sistemato il comico-istrione, ecco che, dopo aver ricordato tra i suoi primi obiettivi, se verrà eletto, l'abolizione dell'Imu e la restituzione agli italiani delle somme versate, il Cavaliere cala il suo terzo, nuovo asso, fors'anche più importante, come lui stesso tiene a sottolineare, degli altri due progetti che ha in animo. E il terzo asso si chiama lotta contro «il mostro Equitalia». «Che non significa - precisa subito - una qualsiasi soluzione che vada a premiare gli evasori fiscali, ma un cambiamento da imporre a uno Stato che si è rivelato come un nemico ostile e ostinato verso gli italiani. Diciamo sì alla lotta all'evasione, ma deve essere una lotta giusta e liberale. L'offensiva di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate si è fatta esasperante - ha aggiunto - tanto che il 10% degli italiani sta combattendo contro un nemico invisibile ma incisivo nel chiedere: lo Stato che invia cartelle che seminano il panico».
Così, allo scoccare della seconda ora del suo pimpante discorso a braccio, ecco che il Cavaliere estrae il foglio con i dettagli della strategia da adottare contro il «mostro»: un pacchetto di otto proposte in materia fiscale per modificare il funzionamento di Equitalia. Il Cavaliere, in uno dei primi cinque Consigli dei ministri, per quanto riguarda le tanto vessatorie imposizioni che arrivano con le famigerate cartelle, intende alzare il massimo delle rate da 72 a 120, innalzare la rateizzazione automatica da 20mila a 200mila euro, portare da due a cinque rate consecutive non pagate il decadimento del beneficio delle dilazioni, concedere una moratoria di dodici mesi per le piccole e medie aziende, alzare da 20mila a 200mila il divieto di iscrizione dell'ipoteca, abolire la norma che impone al contribuente di anticipare un terzo degli imponibili accertati in caso di ricorso o contestazione al giudice, rinuncia dello Stato, per il passato, alle pretese sulle sanzioni ad interessi e oneri aggiuntivi. E ancora, come punto focale, l'impignorabilità della casa di abitazione.
Il Cavaliere guarda l'orologio chiede alla folla se ha appetito, ma alle 14 è ancora scoppiettante nel ricordare i punti fermi del programma del Pdl: cioè le riforme strutturali come il dimezzamento dei parlamentari, l'azzeramento dei finanziamenti pubblici ai partiti e le misure per abbassare la pressione fiscale e rilanciare la crescita. Poi, col sorriso di chi è ottimista, «se Monti, Fini e Casini restano fuori dalla Camera mi ubriaco. Questa volta credo che dobbiamo mettere il prosecco in frigo. C'e la possibilità davvero che tra qualche giorno possa ubriacarmi per la prima volta», ancora una battuta sull'immutabilità della sinistra.

«La sinistra è sempre carica di invidia sociale, ha una volontà irrefrenabile di colpire con le tasse, con la patrimoniale, chi, con il lavoro, i sacrifici, il rischio di impresa è riuscito ad assicurare una piattaforma di benessere». Quindi, congedandosi tra gli applausi, affida una sorta di investitura alla folla: «Vi do un imperativo categorico: uscite e convertite dubbiosi, scettici e indecisi. Siate missionari di verità e libertà».

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