"Se te lo dice è violenza", recitava una campagna di sensibilizzazione organizzata dalla Regione Emilia Romagna. Una campagna sacra, sicuramente nei principi, un po' meno in quelle che sono i veri atti persecutori nei confronti del gentilsesso (si potrà ancora usare questa parola?) proposti dalla giunta di sinistra. Anche perché spesso quando le violenze, quelle vere, vengono compiute nessuno dice niente, soprattutto se nel mirino finiscono le donne di centrodestra. Un esempio.
Paola Chiesa è la capogruppo di Fratelli d'Italia in Commissione difesa. È - e lasciatecelo dire in un'epoca di gender e sessi fluidi, una donna con le palle. Una di quelle che ha sempre avuto una passione per la storia e per il mondo militare, oltre a due lauree. È una che, per anni, ha mischiato l'insegnamento alla scrittura, soprattutto su questioni belliche. E così alle ultime elezioni è finita prima alla Camera e poi in quella che è una delle Commissioni, se non la Commissione, che le è più affine: quella Difesa. Fa il proprio mestiere e lo racconta, come tutti i suoi colleghi, sui social. Ed è qui che viene bersagliata dagli odiatori. C'è chi la chiama "fascista in sovrappeso", "porcedduna", "parasita demente, siete merda piscia e vomito" (ci scusino i lettori, ma questa è la realtà). E così via. Ci fermiamo qui ma solo perché proviamo pietà per chi questi commenti deliranti li scrive e perché Paola, come abbiamo detto, è una donna con le palle. Ma tra i commenti, schifosi e disgustosi, ce n'è uno che ci ha colpito: "Ocio alla memoria", scrive un tal Claudio Gatti, sotto a una foto in cui la deputata si trova su un aereo mentre va in Kosovo.
Ora un piccolo ripasso. Il 9 novembre del 1971, nelle secche della Meloria, un aero, che trasportava 46 paracadutisti della Sesta compagnia Grifi e sei militari britannici, si inabissa. Muoiono tutti. Quella tragedia di trasforma in mistero.
E in un lutto, soprattutto per la Folgore e per tutte le famiglie dei caduti. È quello che augura ancora oggi Gatti. Non solo alla Chiesa ma anche ai militari che stanno con lei. Uno sfregio alla memoria di tutti. Non solo ai militari, ma anche, e soprattutto, agli italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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