Chiti guida la rivolta nel Pd: "L'immunità va subito tolta"

Il ddl Boschi spacca il Pd. Tornano alla carica i 14 capitanati da Chiti. E pure i grillini si scagliano contro il governo

Chiti guida la rivolta nel Pd: "L'immunità va subito tolta"

"Via l’immunità parlamentare per gli eletti del nuovo Senato". Alcuni senatori del Partito democratico, fra cui Vannino Chiti e Felice Casson, hanno messo a punto una proposta per correggere il ddl di riforma costituzionale. Il pasticcio sull'immunità ha rianimato il fronte anti-riforme spaccando la maggioranza (il Pd in testa) e creando una clamorosa frattura tra governo e relatori. I primi a rivoltarsi sono proprio i grillini, ma anche i democrat non ci vanno per il sottile. La proposta starebbe raccogliendo consensi al di là dei 14 senatori che si erano autosospesi dopo la sostituzione di Corradino Mineo dalla commissione.

Alla vigilia del faccia a faccia, i grillini vestono la corazza e vanno all'attacco del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. La scusa è il cavillo sull'immunità, l'obiettivo è far saltare il tavolo delle trattative ancor prima che inizi il confronto. "Il testo della Boschi costruisce un Senato di nominati, sindaci e consiglieri regionali a cui, solo come contentino al popolo, si toglie l’immunità per rendere più passabile la porcata", scrivono i gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato in un post sul blog di Beppe Grillo. Ma le premesse dell'attesissimo incontro tra democrat e stellati non preannunciano nulla di buono. Il vertice sarebbe dedicato alla riforma della legge elettorale, ma è molto probabile che le due delegazioni affrontino anche l'immunità da concedere o meno al nuovo Senato che non sarà più elettivo. I Cinque Stelle hanno già rigettato la proposta chiedendo di "sopprimere l'articolo". L'attacco mosso dal blog di Grillo è strumentale all'appuntamento di domani. Anche perché, nelle ultime ore, la Boschi aveva già avvertito la delegazione pentastellata che il confronto partirà dall'Italicum. "Non si ricomincia tutto daccapo", è la linea del governo. Ma i grillini vogliono portare avanti il proprio Democratellum. Intanto il senatore Nicola Morra ci tiene a far saper che il comico non prenderà parte all'incontro di domani: "Noi parlamentari poco alla volta stiamo acquistando autonomia ed esperienza".

A preoccupare maggiormente Matteo Renzi, però, dovrebbe essere la schiera di piddini ribelli. "Abbiamo fatto un incontro con alcuni dei senatori con i quali stiamo conducendo una battaglia per la riforma costituzionale - annuncia Chiti - abbiamo deciso di ripresentare i nostri emendamenti fondamentali e, tra questi, inserire l’abolizione del secondo e terzo comma dell’articolo 68 della Costituzione".

Se la proposta non dovesse passare, l’ultima parola passerebbe alla Consulta in materia di arresto, perquisizione e intercettazioni che riguardino gli eletti del nuovo Senato. In questo modo si tornerebbe alla proposta iniziale dei relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli che stabiliva appunto che sia una sezione speciale della Corte costituzionale a decidere.

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