Riunione fiume tra tensioni e silenzi: Schlein riunisce i suoi dopo la sconfitta

Schlein convoca la segreteria Pd per l'analisi della sconfitta ai ballotaggi. La riunione dura oltre due ore e nulla trapela fino alla sua conclusione. Ora la base dem attende delle risposte dai vertici del partito

Riunione fiume tra tensioni e silenzi: Schlein riunisce i suoi dopo la sconfitta
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Al Nazareno è arrivato il momento più complicato: quello del confronto con la realtà. I risultati del ballottaggi hanno decretato vittorie a valanga del centrodestra, con il Pd uscito a ossa rotte in quasi tutti gli scontri diretti. Chissà, forse i dem nemmeno se l'aspettavano: solo due settimane fa, Elly Schlein e Repubblica avevano infatti spiegato loro che l'onda di destra s'era fermata. A smentire quella narrazione ci hanno pensato però gli elettori. Ancora una volta. Lo spoglio odierno delle schede è stato dunue una doccia ghiacciata per i democrats nostrani, riuniti dalla loro leader attorno a un tavolo per fare il punto sulla funerea situazione politica.

A quanto si apprende, Schlein ha convocato la segreteria del Pd per l'analisi dei risultati dei ballottaggi. Nella sede Pd di Roma, i vertici del partito si sono messi a contare le (molte) disfatte e le (poche) vittorie nel tentativo di elaborare uno straccio di reazione. Già, perché ora i dem dovranno spiegare alla propria base elettorale il perché di questo flop, arrivato a pochi mesi dalla nomina di un segretario che avrebbe dovuto portare una ventata di novità. Qualcuno, solleticato dai dati di qualche sondaggio, aveva persino parlato di "effetto Schlein", mettendo in contrapposizione la deputata di origini luganesi al premier Meloni. Dicevano che la prima sarebbe stata la nuova spina nel fianco della leader di Fratelli d'Italia.

Come è andata a finire? Mentre al Nazareno si riuniva la segreteria dem più difficile delle ultime settimane, Meloni appariva sorridente sui social: "Il centrodestra vince queste elezioni amministrative e conferma il suo consenso tra gli italiani, il suo radicamento e la sua forza. A tutti i sindaci i miei auguri di buon lavoro". Che umiliazione per i piddini. Ora i progressisti di casa nostra dovranno inventarsi qualche nuovo ritornello: dopo la storiella del fascismo alle porte utilizzata alle elezioni nazionali, anche il refrain degli italiani delusi dal governo e dal centrodestra non ha funzionato. Più che altro, non ha avuto riscontri nella realtà.

Che clima si respiri in questo momento nella segreteria Pd lo possiamo dedurre da alcuni indizi abbastanza eloquenti: la riunione al Nazareno è andata avanti per oltre due ore e (a differenza di quanto accaduto in altre occasioni) nulla è trapelato. Le prime dichiarazioni spetteranno alla Schlein in una conferenza stampa. E anche sui social i vertici dem tacciono: l'analisi del voto tarda ad arrivare. Le uniche voci - a dir poco deluse - arrivano intanto dai territori, dove i militanti Pd assistono all'ennesima battuta d'arresto del partito.

In Toscana, il segretario dem locale Emiliano Fossi ha commentato: "Il Pd è cresciuto quasi ovunque, ma non abbastanza e soprattutto le divisioni del centrosinistra non ci hanno aiutato". Che amarcord. Sembra di risentire il Bersani del 2013, che invece di parlare di "sconfitta" aveva dichiarato: "Non abbiamo vinto...".

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