Saccomanni: altri 10 miliardi per pagare i debiti delle p.a.

Il premier Letta al question time al Senato indica due priorità: crescita, per creare occupazione, e rigore nei conti pubblici

Saccomanni: altri 10 miliardi per pagare i debiti delle p.a.

Il ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, in audizione al Senato ha detto che il Tesoro potrebbe decidere di stanziare a settembre per il pagamento dei debiti della p.a. ulteriori 10 miliardi di euro. Il ministro ha ricordato che c’è l’impegno solenne del governo "a procedere speditamente" sul fronte dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni e che sono stati già messi a disposizione degli enti locali 15,7 miliardi per rimborsare le imprese. "Abbiamo fatto un sondaggio sui primi 20 comuni che hanno ricevuto i fondi - ha spiegato il ministro - e su questi 17 hanno già provveduto a saldare i debiti per una cifra oltre 80 milioni di euro. Dalla Cassa depositi e prestiti abbiamo saputo che 660 enti locali hanno effettuato pagamenti per 1,1 miliardi a favore di 20mila creditori". Saccomanni ha poi ribadito che la prossima rendicontazione sarà prima delle ferie di agosto. Quanto all’ordine di grandezza totale dei debiti dell p.a, le cifre che circolano (circa 90 miliardi) secondo il ministro sono un po' sovrastimate perché "basate su stime fatte dal lato dei creditori. A settembre, ha ricordato Saccomanni, "avremo la mappatura completa dell’effettivo ammontare dei debiti".

Letta: la crescita e il rigore

"La mancanza di crescita - sottolinea il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel question time al Senato - è il tema su cui l’Italia vive una fatica strutturale ed è il tema su cui lavorare". Letta osserva che invece "negli ultimi 5 anni il nostro debito pubblico è cresciuto meno di altri paesi europei e questo è positivo". "Accanto alle politiche per la crescita - osserva ancora Letta - dobbiamo continuare sulla linea del rigore. Lo dico anche se non fa guadagnare consenso, ma il buon padre di famiglia ha il dovere di dire dei no. I conti pubblici devono rimanere in ordine: il 3 per cento è la condizione per avere più flessibilità".

Debito giù con immobili e partecipazioni

Il premier indica anche due strade attraverso le quali ridurre il pesante fardello del debito pubblico italiano: con la "valorizzazione del patrimonio immobiliare" pubblico, e cedendo "partecipazioni pubbliche nazionali e degli Enti locali". "C’è la volontà di valorizzare e intervenire non solo sul patrimonio pubblico ma anche sulle partecipate nazionali e degli enti locali" per aumentare "l’efficienza" e "per allocare al meglio le risorse". Nessuno - ha però avvertito il premier - intende ripercorrere le strade di privatizzazioni fatte male nel nostro paese o in altri paesi.

Per i giovani incentivi senza eguali in Europa

"Il nostro Paese - prosegue Letta

con malcelato orgoglio - ha una condizione di favore fiscale per assumere i giovani senza eguali in Europa". E al Senato il premier spiega poi
che il governo vorrebbe "estendere questo incentivo anche in altri ambiti".

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