"Altro insulto? Altra querela". Matteo Salvini porta di nuovo Saviano in tribunale

Lo scrittore napoletano ha nuovamente definito il vicepremier il "ministro della Mala Vita". Ira di Lega e Fratelli d'Italia

"Altro insulto? Altra querela". Matteo Salvini porta di nuovo Saviano in tribunale
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Nuovo capitolo dell'eterno scontro tra Roberto Saviano e Matteo Salvini. Già finito a processo per insulti nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del leader leghista, lo scrittore partenopeo ha definito quest'ultimo ancora una volta "ministro della Mala Vita" per criticare le sue parole sulla candidatura dell'attivista Carola Rackete alle elezioni europee. Ma il vice premier non ha intenzione di graziare il 43enne, annunciando un nuovo appuntamento in tribunale:"Altro insulto e altro odio? Altra querela", la sua conferma in un post pubblicato su Instagram.

"Che faccia tosta! Ma quando passerà al Ministro della Mala Vita il vizio di mentire? In ogni sede, anche in sede giudiziaria, è stato chiarito che Carola Rackete non ha mai compiuto nessun atto ostile e che anzi ha agito nel rispetto della vita umana. Il Ministro della Mala Vita, invece, accusato di diffamazione aggravata nei confronti di Carola Rackete, è stato protetto dai suoi sodali in Parlamento", le parole di Saviano sui social ripostando il commento di Salvini sulla candidatura alle europee della Rackete ("Dallo speronare motovedette italiane della Guardia di Finanza alla candidatura con la sinistra è un attimo. Auguri, viva la democrazia!", ndr).

Non pago, Saviano ha puntato il dito contro le presunte bande parlamentari che difenderebbero Salvini, soffermandosi sul processo in corso che lo vede coinvolto:"Io stesso ormai attendo invano che si degni di venire a testimoniare in un processo che lui stesso ha iniziato e che mi vede imputato da anni, ostaggio della sua querela, mentre lui accampa scuse pur di non venire in tribunale a dare conto delle sue continue e ripetute falsificazioni della realtà. Salvini mente come respira… lo testimoniano, se ce ne fosse bisogno, le affermazioni contenute in questo tweet". Come anticipato, il segretario federale del Carroccio non ha intenzione di lasciare correre e per lo scrittore di "Gomorra" si profila un altro processo.

L'ennesimo insulto di Saviano non è passato inosservato dalle parti della maggioranza: Lega e Fratelli d'Italia su tutte le furie, tant'è che potrebbe traballare il programma Rai condotto dallo scrittore.

Per Giorgio Maria Bergesio, capogruppo del Carroccio in Vigilanza, la sua figura è incompatibile con la tv pubblica, mentre Ester Mieli ha chiesto alla Rai di "riflettere sulla scelta di affidargli un programma". Sulla stessa linea Elena Maccanti: "Dopo che la Rai ha deciso di tagliare il programma di Facci, credo sia opportuno chiedersi se Saviano sia compatibile con un'emittente pubblica".

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