I sassolini nelle scarpe non sono finiti. Quelli che il vicepremier Matteo Salvini, dopo la sentenza d'assoluzione sul caso Open Arms, si sta togliendo. Ieri è toccato a Roberto Saviano, che otto mesi fa si disse certo della condanna dell'ex ministro dell'Interno. «Matteo Salvini andrà in carcere, data l'entità della pena prevista», diceva lo scrittore in un video. «Per sequestro di persone - aggiungeva l'autore di Gomorra - reato per cui è accusato». Lapidario il commento del segretario leghista: «Saluti a Saviano», ha scritto sopra il post diffuso ieri via social. Del resto, già subito dopo la sentenza, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva sottolineato come gli «intellettualoni» avessero detto tante «sciocchezze» in merito al caso, in questi tre anni.
Archiviata la «profezia» di Saviano, ieri, per il segretario della Lega è stato il giorno dell'abbraccio con Milano, dopo quello con Roma di due giorni fa. Le persone, in coro, hanno cantato «O mia bela Madunina» all'arrivo del capitano. C'è di sicuro un peso in meno: «Innanzitutto, dopo tre anni - esordisce il capitano - è bello tornare a Milano da persona libera e non da potenziale, presunto delinquente, criminale e sequestratore». E ancora: «Ci abbiamo messo tre anni però abbiamo ribadito che difendere i confini e la patria, proteggere gli italiani, contrastare i trafficanti e gli scafisti, rimandare associazioni straniere nel loro Paese e i clandestini là da dove sono arrivati è legittimo, è un diritto e un dovere». Il futuro politico segue la sua direttrice.
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - ricorda il leader - ha in serbo «tanti progetti» e tante «opere», come quelle per le Olimpiadi «Milano-Cortina», ma anche «il Ponte sullo Stretto» e una «nuova rete ferroviaria con oltre 1000 cantieri aperti», prosegue il vicepremier. La riforma della giustizia rimane «più che mai urgente». Anche perché la separazione delle carriere non serve «a Salvini ma a 60 milioni di italiani». Durante il punto stampa c'è spazio anche per parlare di Silvio Berlusconi: «Insostituibile - ricorda il leader - però ho un ottimo rapporto con la famiglia».
Un passaggio anche sulle prossime elezioni amministrative meneghine: «Potrebbe essere sia un politico che un non politico - rivela, rispetto al candidato a sindaco - . Non arriveremo all'ultimo momento...come l'ultima volta. Dopo Pisapia e Sala conto che Milano torni ad avere un sindaco con la esse maiuscola».
Altri sassolini: «Magari» - chiosa, non senza ironia, l'ex ministro dell'Interno - «manderò gli auguri di Natale a Giuseppe Conte».
«Sperando che si ricordi chi sono - aggiunge - perché negli ultimi anni, quando veniva a testimoniare, magari non sempre mi sembrava che si ricordasse chi eravamo e cosa facevamo insieme...». E «auguri» anche all'altro grillino della vicenda, Danilo Toninelli. Salvini - come già ribadito - non ha «rancore».
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