Le prossime 48 ore saranno decisive per capire il futuro della ministra del Turismo Daniela Santanchè (foto). Il «caso» irrompe anche in Arabia Saudita dove una delegazione del governo Meloni (compresa la ministra) è in missione. Due giorni di tempo per capire la direzione che imboccherà la storia. Domani la Corte di Cassazione deciderà sul nodo della competenza che riguarda l'altra inchiesta in cui è coinvolta la ministra: la truffa all'Inps per la vicenda Covid. L'indagine è nelle mani della Procura di Milano ma i legali di Santanchè chiedono il trasloco del fascicolo a Roma. Se la Corte accoglierà l'eccezione, l'inchiesta passa a Roma, allungando i tempi della decisione sull'eventuale rinvio a giudizio.
Sul tavolo di Palazzo Chigi resta però il tema politico. I due alleati, Forza Italia e Lega, con i rispettivi leader (Matteo Salvini e Antonio Tajani) allontanano l'ipotesi di dimissioni. Più cauta la posizione di Fratelli d'Italia. Anche se i colonnelli meloniani fissano un punto: «Dimissioni per un rinvio a giudizio? Creiamo un precedente». C'è però un secondo nodo che va sciolto: Meloni non vuole essere costretta a rispondere sulle dimissioni Santanchè in ogni occasione pubblica. Va dunque presa una direzione e poi blindarla. Si aspetta, quindi, la giornata di domani per avere qualche elemento di riflessione in più. Nel frattempo il dossier resta congelato.
Ieri la ministra dall'Arabia Saudita ha ostentato sicurezza: «Non mi dimetto e vado avanti». Sull'ipotesi di un chiarimento a breve con Meloni, la ministra non si sbilancia: «Non abbiamo fissato nessun incontro. Certamente come ci siamo sempre viste, continueremo a vederci». Dal fronte di Fratelli d'Italia esce allo scoperto il ministro della Difesa Guido Crosetto: «È una questione che devono affrontare la premier e Santanchè. Soprattutto la Santanchè». Lo stesso ministro qualche giorno fa era stato più netto: «Non deve dimettersi, sono garantista».
C'è chi legge nelle parole di Crosetto un cambio di linea rispetto alla difesa a spada tratta della ministra. La premier aveva rotto il silenzio, senza però chiudere il caso «Non ho le idee chiare», chiamerò la ministra, che sarà comunque oggetto di una valutazione». Passando però poi al contrattacco: «Singolare che Schlein chieda le dimissioni di un ministro rinviato a giudizio e non quelle del presidente della provincia di Salerno agli arresti da tre mesi per corruzione». E sulle parole della premier Santanchè non batte ciglio: «Le parole di Meloni non vanno interpretate vanno ascoltate.
Non devo commentare le parole della premier, ha parlato lei e basta».L'opposizione non molla la presa. Sullo sfondo la mozione di sfiducia presentata dal M5s, domani Conte chiederà la calendarizzazione, e la campagna quotidiana contro la ministra.
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