Le battute ad effetto nello studio di Ilaria D'Amico, il fazzoletto per pulire la sedia su cui era seduto Marco Travaglio, le mani incrociate a mimare le manette dell'ex pm Antonio Ingroia. E ancora: il cartello in polisterolo sbattuto più volte sulla testa di Marco Damilano (giornalista dell'Espresso), la lettera col casellario del vicedirettore del Fatto Quotidiano e l'espressione inviperita di Michele Santoro. Silvio Berlusconi entra a gamba tesa nella campagna elettrale per dettare i tempi del dibattito e gli argomenti dell'agenda.
Era bastato l'annuncio della sua nuovo impegno in politica per far venire un attacco di panico alle schiere degli anti Cav. Berlusconi ha agito di conseguenza: è saltato al centro del ring e ha sgominato, uno dopo l'altro, tutti i nemici facendo risollevare il Pdl e portando il centrodestra a un passo dalla sinistra. Una marcia serrata tesa a riportare tutto l'elettorato moderato sotto il vessillo del Pdl. Una campagna elettorale incentrata su argomenti che toccano il cuore e il portafoglio degli italiani: i danni economici fatti da tredici mesi di governo Monti e l'incubo in cui un eventuale esecutivo a guida Bersani getterebbe il Paese. E a un mese dal voto Berlusconi è riuscito a riportare la sua coalizione, vittima di una serratissima campagna di delegittimazione condotta dai media progressisti e dalle procure, in cima alle preferenze. Per bucare lo schermo, il Cavaliere ha quindi puntato su una comunicazione diretta e immediata che ha messo in seria difficoltà presentatori, giornalisti e commentatori. All'Arena minaccia di lasciare lo studio mettendo Massimo Giletti in difficoltà. A Servizio Pubblico mette al tappeto tutto il clan Santoro rispondendo, punto per punto, alle domande di Luisella Costamagna e Giulia Innocenzi, pulendo con un fazzoletto bianco la sedia di Travaglio prima di sedersi e facendo andare in escandescenze Santoro dopo aver letto il casellario del vicedirettore del Fatto Quotidiano. A Omnibus sbatte il cartellone coi risultati del suo governo sulla testa di Damilano. Sempre a Omnibus saluta Ingroia facendo il gesto delle manette.
Una campagna elettorale aggressiva, di forte impatto. Un linguaggio schietto e sincero che viene premiato dai sondaggi e che ricompatta il popolo di centrodestra. Un impegno a 360 gradi che, però, non piace alla sinistra e ai media. Beppe Grillo lo accusa diu rubargli il programma. Roberto Saviano passa direttamente all'insulto: "In genere, quando un bambino esagera, gli adulti non ridono per non dargli corda. Berlusconi andrebbe trattato come un bambino". Il Corriere della Sera pontifica: "Il Paese è in crisi, ma in tv è tornato il cabaret". Tuttavia, liquidare il dibattito alle battute e alle gag è puro populismo. Una riduzione che non giova a una campagna elettorale i cui ritmi sono stati sempre dettati il Cavaliere. È stato Berlusconi il primo, per esempio, a difendere il diritto alla casa e a promette l'eliminazione dell'Imu sulla prima abitazione obbligando tutti i leader di partito a confrontarsi sull'elevata pressione fiscale a cui ci ha portati Monti. In caso di vittoria del centrodestra, il Cavaliere non si proporrà come presidente del Consiglio ma come ministro dell'Economia.
Una dichiarazione d'intenti che mette in scacco gli altri leader. Mentre tutti sono scesi in campo per lo scranno di Palazzo Chigi, Berlusconi punta ad arrivare al dicastero di via XX Settembre per attuare un piano economico studiato per rilanciare il sistema Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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