Giorgia Meloni tende una mano alle opposizioni per discutere insieme a loro sulla proposta di legge del salario minimo e loro, per tutta risposta, decidono di replicare in maniera piuttosto insolente. L'incontro - che si terrà a Palazzo Chigi venerdì 11 alle ore 17 - era stato fissato recentemente proprio dal governo, dopo l'offerta avanzata da Carlo Calenda, per aprire ufficialmente un dialogo concreto su un tema che sicuramente necessita di essere affrontato per tentare di trovare un punto di convergenza. Parteciperanno tutte le forze avverse all'esecutivo di centrodestra, esclusa Italia Viva che ha comunicato la propria scelta al governo, tramite Matteo Renzi, "in quanto non firmataria della proposta". Così come non ha partecipato all'incontro online avvenuto tra i leader delle forze di opposizione che hanno sottoscritto la pdl unitaria per decidere la linea con la premier. Eppure, dalle reazioni che arrivano soprattutto da Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, anche un gesto di cortesia istituzionale - come quello dimostrato dal presidente del Consiglio - diventa l'ennesima occasione per strumentalizzare il loro argomento bandiera solo per fini politici.
La Schlein all'attacco
Elly Schlein, una volta ricevuta la notizia dell'appuntamento di venerdì prossimo, sembra volerla un po' buttare in caciara con lo scopo di attaccare l'esecutivo anche su altri fronti. "Dopo mesi di battaglia parlamentare delle opposizioni unite, il governo prima sceglie di rimandare la discussione parlamentare per due mesi e poi ci convoca per un confronto ad aule chiuse, ma noi siamo pronti a tornare in Parlamento anche domani per far approvare la nostra proposta. Ma ci aspettiamo atti conseguenti e risposte, anche sui ristori per famiglie e imprese colpite dall'alluvione e dalle frane in Emilia-Romagna e sulle mancate dimissioni di De Angelis".
La segretaria del Pd desidera quindi mostrare (inutilmente) i muscoli del movimento che guida. "Noi parteciperemo all'incontro con spirito costruttivo per confrontarci sul merito, ma senza dimenticare le dichiarazioni della maggioranza e l'atteggiamento tenuto nelle battaglie che abbiamo fatto in Parlamento fino al voto della sospensiva da parte della maggioranza la settimana scorsa". Per poi concludere: "Vediamo se il governo è disponibile a votare e aumentare per decreto i salari anche di quei tre milioni e mezzo di lavoratori e non soltanto dei manager del Ponte sullo Stretto. Vediamo se il governo fa sul serio questa volta. Siamo disponibili al confronto a patto che non sia una sceneggiata agostana".
Un messaggio non dissimile a quello comunicato dai leader dei Verdi, Angelo Bonelli: "Non posso non rilevare che per mesi la maggioranza ha rifiutato qualsiasi tipo di confronto. Avremmo preferito un metodo diverso: un incontro tecnico politico per verificare possibili convergenze e poi arrivare all'incontro definitivo con la premier. Ascolteremo cosa avrà da dirci la presidente Meloni dopo che hanno fatto di tutto per fermare la legge".
Le accuse del M5S
Se possibile, la replica dei grillini è ancora più surreale. "Ora apprendiamo, ma solo dalla stampa, di un incontro con le opposizioni a Palazzo Chigi sul salario minimo, a riprova del fatto che al Governo non conoscono neanche le regole minime del galateo istituzionale". Già assistere a lezioni di "galateo" da parte di una comunità fondata sul "Vaffa" appare piuttosto esilarante. Ma la loro nota ufficiale prosegue seguendo una scia ancora più propagandista. "Non possiamo però non constatare che questa convocazione ad agosto sia una corsa ai ripari tutta mediatica di Giorgia Meloni dopo aver preso atto che sul salario minimo legale è rimasto solo il Governo a opporsi, mentre la stragrande maggioranza dei cittadini è a favore". Infine: "Dal Governo un maldestro tentativo di mettere una toppa, come sulla tassa sugli extraprofitti che il M5S propone da mesi o come sull'ignobile sms dell'Inps da cui il governo ha dovuto frettolosamente prendere le distanze dopo i danni provocati".
Il dialogo costruttivo di Calenda
L'unico tra i relatori della proposta di legge unitaria del centrosinistra sul salario minimo a sfilarsi dai sterili toni polemici è Carlo Calenda: "Un ringraziamento al governo per aver accolto l'appello di Azione per l'apertura di un tavolo di confronto sul salario minimo - scrive su Twitter il leader di Azione -. "Un secondo passo importante dopo il ritiro, da parte della maggioranza, dell'emendamento soppressivo. Diamo la nostra piena disponibilità a incontrare Giorgia Meloni e invitiamo le altre opposizioni firmatarie a fare lo stesso. La politica non è solo scontro. Noi dobbiamo fare di tutto per arrivare a risolvere il problema della povertà lavorativa. Fine. Questo è il nostro dovere di parlamentari e politici".
Insomma, la sintesi è semplice: la Meloni apre un confronto con i leader dell'opposizione e quasi tutti loro, invece che prenderne atto anche con soddisfazione, incolpano il governo su come avrebbe dovuto affrontare un
tema di dibattito che non è mai stato valutato attentamente da nessun governo di sinistra sempre al potere nell'ultimo decennio. Un emblema evidente del grande stordimento che regna perennemente sovrano tra i giallorossi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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