Scervino e la mantella «Così l'uomo seduce»

Scervino e la mantella «Così l'uomo seduce»

La seduzione è un oggetto non identificato, teorico e amoroso, diceva il filosofo Jean Baudrillard. Ma c'è chi sa come far apparire, per bravura e per magia, un gruppo di magnifici seduttori in passerella. Lo ha dimostrato ieri Ermanno Scervino facendo sfilare ragazzi con magnetici occhi chiari, tutti di gran carattere, perché se lo sguardo seduce, la personalità ammalia. «L'abito fa il monaco ma per sedurre ci vuole il monaco» dichiarava lo stilista parlando di uomini che non seguono la moda, ma la studiano riconoscendo la cultura che lo ha prodotto. Che in altre parole significa non rinunciare all'anima sartoriale e mantenere un equilibrio tra formalismi e stravaganze. Infatti, Scervino è riuscito a declinare i più bei blu e bluette che si siano visti in questi giorni a Milano, sia abbinati al grigio o al nero dei grandi damier sia in unito per rendere attraente anche la mantella. Ogni pezzo del guardaroba è una carezza: dal piumino che si cela sotto il parka in panno di lana fino ai bellissimi abiti da sera in tecno-velluto nero illuminati da candide camicie e piccole cravatte di maglia non annodate. Sedurre è un'arte ma tutti sanno che spesso è il male a essere più attraente del bene. Al punto che dalla passerella puoi finire direttamente in un istituto di correzione. «Ogni tanto la disciplina fa bene: entri cattivo ed esci buono» dicevano ieri gli enfant terrible della moda, i gemelli canadesi Dean e Dan Caten mentre trasformavano il set della sfilata DSquared2 in un carcere dove ti fanno rigare dritto per restituirti alla società bravo, bello e benvestito. In passerella, dopo un ragazzo in camicia di forza, sono arrivati medici, preti, psichiatri, guardie e avvocati, accomunati dalla passione per magnifici jeans in denim con sfumature indaco e nero effetto candeggiato, parka e car coat in lana accoppiata con materiale tecnico. Al top delle ossessioni, la tuta nera frutto di una giacca e di un pantalone perfettamente fusi, le grandi doctor bag in pelle lucidissima, e gli ankle boot correttivi come scarpe ortopediche. «I'm not cool» dichiaravano invece le T-shirt indossate da Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti dimostrando come un aggettivo tanto abusato possa essere rigettato e allo stesso tempo rafforzato nel suo significato. Perché i due stilisti, nonostante il messaggio, apparivano cool grazie alle proposte ardite e al tempo stesso classiche presentate con la linea Frankie Morello: il neoprene accoppiato o sovrapposto ai panni, la lana spalmata, le stampe con astronauti alla «Odissea 2001 nello spazio» di Stanley Kubrick di cui ricordavano anche, con le ultime uscite - l'uomo con occhi bendati e mantello - il gioco della seduzione che disorienta e fa smarrire raccontato nel film «Eyes Wide Shut».

Tutta scienza e coscienza la seduzione secondo Claudio Marenzi ceo di Herno, azienda di sportswear di lusso che ha organizzato nelle sale del Museo della Scienza e della Tecnica, in collaborazione con Uomo Vogue, un percorso con video proiezioni, fotografie e installazioni. Obiettivo? Comunicare attraverso le opere di quattro studenti del Politecnico di Milano i valori del marchio,technology, performance, urban e tailoring.

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