Canone Rai, scontro tra Lega e Forza Italia sul taglio

Sono ancora distanti le posizioni tra Forza Italia e Lega sul taglio del canone Rai. Si tratta per arrivare a una soluzione rapida

Canone Rai, scontro tra Lega e Forza Italia sul taglio
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Sono ancora distanti le posizioni tra Forza Italia e Lega. Gli azzurri chiedono al Carroccio di ritirare l’emendamento al dl Fiscale che chiede di prorogare anche per il prossimo anno il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro.

"Il canone Rai è un tema divisivo, è stato sancito dal vertice di ieri. Ci sono tante ottime proposte che trovano condivisione di tutta la maggioranza, lavoreremo su quello", dichiara apertamente il senatore di Forza Italia Dario Damiami, membro della commissione Bilancio del Senato, riferendosi al vertice di maggioranza che si è tenuto ieri a casa del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Il ritiro credo sia la soluzione", ha aggiunto Damiami, ribadendo la contrarietà degli azzurri al taglio del canone Rai inquanto si tratta di "un tema divisivo" e che sarebbe "meglio metterlo da parte".

I lavori della commissione Bilancio del Senato dono stati, dunque, sospesi e il voto sugli emendamenti al decreto fiscale è stato rinviato. Damiami insisre sulla necessità di accantonare questi emendamenti "perché - è la posizione dei forzisti - se abbassi il canone comunque devi andare dai cittadini a prendere 430 milioni per la Rai". Damiani rivela che al ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani è stato chiesto lo sforzo "di istruire qualche tema in più, anche delle opposizioni, che sia omogeneo e attinente al decreto fiscale emendamenti". La speranza di Damiami è che si inizi a vorare già stasera "anche se le opposizioni hanno chiesto di avere tutto il pacchetto insieme e a quel punto votare diventa una cosa semplice e facile". Il ministro, dal canto suo, getta acqua sul fuoco:"Sul canone Rai adesso lo discutiamo", esprimendo la sua volontà di trovare presto una soluzione già in commissione Bilancio del Senato e a chi gli chiede del ritiro dell'emendamento leghista dice: "Adesso vediamo, tra adesso e prima di domani comunque" ricordando che domani mattina inizieranno le votazioni sugli emendamenti al Dl fiscale.

Secondo i senatori dell'opposizione, invece, le votazioni non inizieranno prima del Consiglio dei ministri perché "al vertice di ieri non è stata trovato nessuna soluzione" sui temi più divisivi come il taglio del canone Rai. "Sulla Rai, la maggioranza appare completamente divisa: da una parte c'è chi vuole occuparla (FdI), dall'altra chi desidera affossarla (Lega), mentre Forza Italia sembra preoccupata solo di non perdere spazi pubblicitari", spiegano i membri Pd della commissione di vigilanza Rai."Nessuno, però, si sta realmente occupando dell'azienda, degli ascolti, della pubblicità o della qualità dell'informazione", sostengono i dem convinti che si stia affrontando sul serio "il tema della trasformazione della Rai da broadcaster a digital media company" e che non si stia pensando ai 12.000 dipendenti Rai. "È importante ricordare che il servizio pubblico è finanziato dai cittadini attraverso il canone", chiosano. Non si è fatta attendere la replica di Maurizio Gasparri che attacca: "fa veramente ridere la preoccupazione per il futuro della Rai degli esponenti del Partito democratico, che la Rai l'hanno occupata e la occupano, la hanno letteralmente stuprata, se ne sono impossessati, creando reti a propria immagine e somiglianza, vantando anche oggi una trentina di direttori in ogni ambito dell'azienda, responsabili di disastri, di sperperi e di clientelismo".

Gasparri, poi, rincara la dose:"Il Pd non dovrebbe nemmeno parlare della Rai, sepolto dalla vergogna per la lottizzazione e l'occupazione permanente di questa struttura che non è una sezione di partito, ma deve essere luogo della libertà dell'informazione e del sapere. Il PD farebbe meglio a tacere sepolto dalla vergogna".

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