Se il pm esibisce in ufficio il suo odio per Berlusconi

Provaci ancora Woodcock. Questa volta Henry John, pm con licenza di cacciare vip, spera di passare davvero alla storia. Sarà il suo il colpo fatale che farà stramazzare il Cavaliere?

Se il pm esibisce in ufficio il suo odio per Berlusconi

Provaci ancora Woodcock. Questa volta Henry John, pm con licenza di cacciare vip, spera di passare davvero alla storia. Sarà il suo il colpo fatale che farà stramazzare il Cavaliere? La caccia, come sapete, è cominciata da vent'anni, ma adesso il cannoneggiamento è fitto, un colpo dopo l'altro, preciso, puntuale, strategico. I botti di Napoli erano previsti e così è stato. Il gup ha rinviato a giudizio Berlusconi, con l'accusa di compravendita di senatori, tre milioni di euro a De Gregorio per far cadere il governo Prodi. Il passato di Woodcock non è per una garanzia di successo processuale. Le sue grandi inchieste, molto spettacolari e strombazzate su stampa e tv, sono spesso finite in fumo. E anche questa volta rischia. Uno dei punti deboli, infatti, è proprio il suo teste chiave. L'ex senatore De Gregorio non è una persona sui cui si può mettere la mano sul fuoco. Quanto è attendibile? Quanto carica i suoi racconti?

Il reato poi è di contorni incerti. Il trasformismo è un'abitudine antica nella democrazia italiana. Si passa da una parte all'altra per le più svariate ragioni, spesso magari come contropartita si offre una poltrona, una ricandidatura, un posto al sole. C'è chi su queste cose ha costruito la sua identità politica. E anche le poltrone hanno un valore economico. Tutti sotto processo?

No, perché l'obiettivo è sempre e solo quello di indebolire Berlusconi. L'intruso. L'uomo da mettere una volta per sempre in fuorigioco. Soprattutto ora, che c'è bisogno di dare lunga vita ai piani di Letta e di Napolitano. Non c'è dubbio che un Berlusconi di nuovo rinviato a giudizio rende più stabile il futuro di questo governo.

Il guaio è che molti italiani si stanno convincendo che le partite politiche in questo Paese si giocano in procura e nei tribunali. Non c'è più la garanzia di un potere giudiziario super partes. E in questo non aiuta l'arredamento di certi uffici. Nell'anticamera del suo studio un pm di Roma ha messo in bella vista alla parete vignette anti-berlusconiane. Tutto questo senza che qualcuno si scandalizzi, né il procuratore capo, né il Csm, né il Quirinale. Non scandalizza chiaramente la satira. Fa riflettere invece la scelta di dichiararsi, di definire la propria identità, di dire a chi appartieni e chi odi e chi disprezzi.

È rinunciare per sempre all'idea che la magistratura possa essere super partes. È dichiarare urbi et orbi che lì, in quell'ufficio da pm, non si fa giustizia ma politica. È la resa della magistratura. Non più al di sopra di ogni sospetto.

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