Da tempo mi chiedo perché ogni anno escono così tanti film sui supereroi. La risposta ce l'ho fin dal primo momento in cui ho cominciato a pormi la domanda, ma questo non significa che la domanda non continui a farmela. Perché mi piace tantissimo la risposta, che è questa: il maschio in crisi ha bisogno di aspirare a un modello maschile sempre più lontano dalla realtà, perché la realtà è così appassita, è così immobile, così priva di identità. L'indipendenza femminile è capace di generare profondissime crisi identitarie: se oggi una donna riesce a procacciarsi il cibo da sola, a raggiungere autonomamente l'orgasmo, a procreare senza l'intervento diretto di un uomo, ogni individuo di sesso maschile comincia seriamente a chiedersi quale ruolo gli spetta. Sono sempre più convinta che le donne stiano ostacolando gli uomini nella loro difficile ricerca di un'identità maschile, interrompendo il viaggio dell'eroe proprio (...)
(...) sul più bello. Dando la parità di diritti per scontata (o quasi, ma fingiamo per un attimo di avere gli stessi diritti), non possiamo continuare a sostenere che uomini e donne sono uguali, perché questo non fa che alimentare frustrazione, creare fratture sempre più difficili da ricomporre. Le donne si lamentano che gli uomini non siano capaci di svolgere quelle mansioni che un tempo erano solo riservate alle donne, come cucinare, stirare, svolgere lavori domestici. Dalle mie parti un uomo che si occupava di queste cose era deriso e la donna che glielo lasciava fare era considerata una dissoluta. Un tempo l'uomo andava a caccia e tornava a casa con il cibo che la donna avrebbe cucinato. I ruoli si dividevano. Oggi la donna vorrebbe non solo che l'uomo vada al Despar a comprare cibo biologico, ma che lo cucini, sparecchi dopo il pasto, lavi i piatti e si ricordi di essere dolcissimo sul divano, davanti alla tv. Quando gli uomini si sono liberati definitivamente della loro pelle e diventano femmine, le donne si lamentano di avere a fianco un uomo troppo femminilizzato, si stancano, si annoiano e vanno alla ricerca di un Tarzan con la clava che cercheranno immediatamente di trasformare in una Jane. D'altro canto gli uomini cercheranno sempre più di trasformare noi donne in uomini: è un fatto di equilibri, il mondo non può reggersi da solo se non è adeguatamente sostenuto da energie contrapposte. Lo ripetevo sempre al mio ex, con la stessa irritante saccenza. Non potevo, contemporaneamente, lavorare, comprare la spesa e cucinare. Se ero costretta a vestire i panni del maschio (perché lui semplicemente considerava il lavoro una perdita di tempo, come avrebbe potuto rinunciare alle interminabili partite a bubblegame?), dovevo farlo con una certa dignità e lasciare a lui l'incombenza di cucinare quello che con il mio sudatissimo lavoro riuscivo a comprare. Ma lui non ci stava, non voleva essere né maschio né femmina. E io mi sono irritata moltissimo, con le prevedibili conseguenze.
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Grossi a pagina 19
di Melissa Panarello
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