Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.
“Scrivete Giorgia” ha detto la Presidente del Consiglio lanciando la sua candidatura alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Putiferio. Tempesta. Scoppia il caso, l’indignazione. Populista, influencer, opportunista… gliene hanno dette di ogni. Incredibile, vero?
È assurdo, folle! Vi rendete conto? Una polemica sul nome da scrivere sulla scheda. Sul suo nome: Giorgia, semplicemente Giorgia. Cosa c’è di male, di strano. Negli anni, in tutte le elezioni - da quelle comunali alle amministrative - ci sono stati (e ci saranno sempre) migliaia di candidati che, al proprio nome e cognome, fanno aggiungere il famoso “detto”. Domenico detto Mimì; Pasquale detto il rosso; Giovanni detto Giovannino; Rosa detta Rosy; Andrea detto Cristiano; Nicola detto Simone… potrei continuare l’elenco all’infinito. Riempire pagine e pagine di nomi e nomignoli.
*ASCOLTA IL PODCAST E LE DICHIARAZIONI DI GIORGIA MELONI*
C’è chi grida alla propaganda, ma non potrebbe essere altrimenti, stiamo parlando di elezioni. È ovvio che ognuno scelga di impostare la campagna elettorale in modo da poter recuperare più consenso possibile. Giorgia ha scelto Giorgia, ha scelto se stessa. È lei il valore aggiunto delle liste del suo partito.
Una madre, una cristiana, la leader del centrodestra e del governo. Non solo, il capo dei Conservatori europei. Non potrebbe essere altrimenti. Giorgia è Giorgia e punta tutto su di lei. Cosa c’è da meravigliarsi? Mentre a sinistra si punta sulla detenuta Ilaria Salis, sull’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, sui giornalisti Lucia Annunziata e Marco Tarquinio e su Cecilia Strada, figlia del compianto Gino, a destra, Meloni, punta su Meloni. E mira a vincere.
Un fatto è certo: l’opposizione è bollita. Non ha argomenti validi per attaccare il governo e l’ultima polemica nel nome di Giorgia fa capire quanto la sinistra in Italia sia in crisi.
Nella speranza che gli oppositori trovino argomenti validi su cui attaccare il governo diamo un un consiglio non richiesto: Elly, aggiungi anche tu la dicitura “detta Elly”. Schlein è un po’ troppo complicato da scrivere sulla scheda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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