Un numero impressionante: 585356 incidenti. I dati di quest'anno indicano un trend negativo, purtroppo, rispetto al 2023. Sul banco degli imputati ci sono i subappalti, il lavoro nero, le carenze dell'Ispettorato, recentemente potenziato. Tutto vero, ma non c'è solo questo. Ci sono anche le responsabilità dei lavoratori. Spesso coperti da sentenze «buoniste» dei giudici del lavoro. Ad alzare il velo su questa realtà, semisconosciuta è l'avvocato Cesare Pozzoli, tra i più noti giuslavoristi milanesi: «Purtroppo, almeno in alcuni casi, vi sono condotte gravemente incaute dei lavoratori. Non lo dico soltanto io, lo affermano le statistiche. Secondo i dati INAIL relativi agli infortuni nell'edilizia pubblicati nel 2022, l'errore di procedura pesa per oltre il 50%, l'uso errato delle attrezzature per circa il 20% e anche l'uso errato o mancato dei presidi di sicurezza ha peso rilevante. Talvolta - e non voglio dire spesso - gli infortuni sono quindi causati da comportamenti incauti dei lavoratori».
Le aziende?
«Quando occorre possono utilizzare la leva disciplinare, anche se questo non è agevole».
Perché?
«Ci sono sentenze che talora hanno annullato le misure disciplinari comminate dalle aziende nei confronti dei lavoratori che non hanno rispettato gli obblighi di sicurezza. E se gli imprenditori pagano, e salatamente, in caso di controlli ispettivi, rischiando la reclusione, allora deve essergli riconosciuto un potere di sanzionare inadempienze».
I giudici si schierano?
«Il Tribunale di Venezia del 2023 ha ritenuto illegittimo il licenziamento di un lavoratore che si era rifiutato di indossare i
dispositivi di protezione anche dopo il richiamo e il Tribunale di Ascoli ha annullato il licenziamento del lavoratore per ripetute violazioni sulla sicurezza. E spesso anche i sindacati hanno sostenuto le tesi dei lavoratori».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.