Continua a piovere fango sul nostro Paese. Perdonate il guazzabuglio di ripetizioni ma a gettarlo sull'Italia sono sempre i soliti italiani anti italiani pronti a sparare a zero pur di far uno sgarbo al governo quando a Palazzo Chigi siede un premier di centrodestra. Peccato che tutto quel fango finisca per insozzare tutti quanti noi. Al terzo posto del podio dei peggiori, questa settimana, troviamo proprio uno di questi personaggi che si divertono tanto a calpestare l'immagine del Belpaese in patria e all'estero: Donatella Versace.
È sempre la solita narrazione: quella che la sinistra capitanata da Elly Schlein va in giro a sbandierare ai quattro venti da un anno a questa parte. Solo che, a questo giro, a inforcare il vessillo arcobaleno è stata una stilista di fama mondiale davanti a un pubblico internazionale. Alla chiusura della settimana della moda la Versace ha, infatti, detto: "Il nostro governo sta cercando di togliere alle persone il diritto di vivere come desiderano: di togliere la libertà di camminare per strada a testa alta e senza paura, indipendentemente dalla propria identità". Dove abbia letto che il governo Meloni vuole "togliere alle persone il diritto di vivere come desiderano", lo sa soltanto lei. Probabilmente su qualche testata progressista che, pur smentita più volte dalla realtà, continua a scrivere di libertà e diritti in pericolo. Quella della Versace altro non è che la classica bufala montata ad arte per compiacere un certo pubblico radical chic e, al tempo stesso, ingraziarsi i salotti della moda tanto cari a Chiara Ferragni e compagnia sfilante. Il Paese reale, però, è tutt'altro: a un anno dalle elezioni, che hanno incoronato il ritorno del centrodestra al governo, la Meloni non ha tolto alcun diritto, non ha instaurato alcuna dittatura fascista, non ci ha riportati nel Ventennio. A sinistra farebbero meglio a darsi, una volta per tutte, una sveglia e a piantarla con certe scempiaggini. Anche perché gli italiani non sono mica stupidi.
Restando nella categoria dei sinistri che insultano il buon nome degli italiani, al secondo posto sul podio dei peggiori, questa settimana troviamo (ancora una volta, ahinoi!) Roberto Saviano. Poche ore dopo la morte del boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, l'autore di Gomorra ha inforcato i social e ha scritto: "Il boss Matteo Messina Denaro è morto ma l’Italia resta un paese a vocazione mafiosa". È vero che la lotta al crimine organizzato non si ferma certo con la morte di Messina Denaro (molto dev'essere, infatti, ancora fatto) ma è anche vero che l'Italia non è un Paese a Dna mafioso. Sempre più persone si ribellano e combattono. Infangare così gli italiani non solo è un colpo a tutte queste persone e alla stragrande maggioranza dei cittadini onesti ma svilisce anche l'Italia all'estero.
Al primo posto c'è la sinistra impazzita contro Esselunga per l'ultimo, dolcissimo spot che da qualche giorno viene trasmesso in televisione. Il più violento di tutti è stato, come sempre, Oliviero Toscani che se ne è uscito dicendo che "Dio, patria e famiglia sono la rovina dell'umanità". Il più assurdo, invece, è stato il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni che ha accusato la Meloni di commentare lo spot senza dire "una parola sul carrello della spesa di milioni italiani, separati e non. Per loro anche una pesca rischia di diventare un lusso esagera". Peccato che proprio sul caro spesa il governo sia già intervenuto. Dal mese prossimo, in 25mila negozi e nelle maggiori catene di supermercati, si potranno comprare beni di prima necessità a prezzo calmierato. Una risposta concreta (altro che le chiacchiere di Fratoianni!) per contrastare il peso dell'inflazione e aiutare le famiglie.
Fratoianni e Toscani non sono stati gli unici a dare i numeri: c'è stato chi ha visto nello spot di Esselunga un attacco al divorzio, chi ci ha letto uno elogio alla famiglia tradizionale contro quella arcobaleno, chi ha addirittura accusato il big della grande distribuzione di voler piegare i bambini a logiche di marketing. Ma si diano tutti quanti una calmata! È soltanto uno spot.
Apprezzatissimo, peraltro. Sono, infatti, riusciti a raccontare con delicatezza e poesia una quotidianità che molte persone vivono. Non c'è che dire: brava Esselunga! E, ancora una volta, la sinistra ha perso l'occasione per tacere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.