Blitz di Magi, la Meloni: "Ma quali poveri cristi"

Si accendono gli animi fuori dal centro di accoglienza dei migranti di Shengjin, con il segretario di +Europa strattonato dagli uomini della sicurezza che cerca un confronto con la premier, che afferma: "È una legislazione italiana ed europea, lei non voleva Più Europa?"

Blitz di Magi, la Meloni: "Ma quali poveri cristi"
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Alla conferenza stampa di Giorgia Meloni a fianco del premier albanese Edi Rama sono seguiti minuti di forte tensione. Dopo che la premier si era recata al centro di prima accoglienza dei migranti al al porto di Shengjin - annunciando che sarà operativo a partire dal 1 agosto - a prendere la scena è stata una veemente protesta organizzata da Riccardo Magi, segretario di +Europa, fuori dal luogo visitato dalla premier italiana. "No alla Guantanamo italiana", "No all'hotspot elettorale di Giorgia Meloni", sono stati gli slogan messi in mostra dal parlamentare, già tra i promotori del referendum per la legalizzazione della cannabis. Poi, la situazione si è ulteriormente alzata di tono.

Inizialmente Magi cerca di bloccare l'automobile dove c'era Rama, venendo strattonato dagli uomini della scorta. Subito dopo è il momento del passaggio della vettura che trasporta la presidente del Consiglio. Quest'ultima Meloni è anche scesa dalla macchina per chiedere espressamente alle persone della sicurezza di lasciare andare il deputato del partito che ha come leader Emma Bonino e che voleva contestare direttamente la Meloni: "È un parlamentare italiano", ha spiegato la premier agli uomini che lo avevano "braccato". Da là, poi, è nato però anche uno scontro verbale tra il segretario di +Europa e il capo del governo.

"Avete fatto le vittime per un'ora, senza rispondere a una sola domanda su come funzionerà questo centro", è l'accusa che Magi rivolge direttamente alla Meloni nel breve faccia a faccia ravvicinato in Albania. Poi, il carico da 11 sempre contro la leader di Fratelli d'Italia: "Questo ci dice tutto, presidente, di quello che accadrà. Se a un parlamentare succede questo a favore di telecamere, potete immaginare a che cosa accadrà a quei poveri cristi dei migranti quando verranno portati qui", ha detto Magi davanti ai giornalisti. Meloni, in quel frangente, replica prontamente. Prima con il sarcasmo: "Seee... poveri cristi. Sì, certo, non è uno Stato di diritto...". E poi con più fermezza: "È una legislazione italiana ed europea. Abbiamo portato la legislazione europea qui. Lei non è il segretario di Più Europa? Non voleva Più Europa? Che Più Europa è?".

Magi, sempre contenuto dalla scorsa albanese, si ritrova a pochi centimetri dalla premier e le urla: "Si vergogni, presidente. Ne parliamo quando vuole, ma non in questo modo". Meloni in risposta al parlamentare italiano che la invitava a "vergognarsi", affermerà successivamente: "Si vergogni lei, io la capisco Magi e le sono solidale. Io fatto un sacco di campagne elettorali in cui non sapevo se avrei superato la soglia di sbarramento – ha aggiunto prima di tornare a bordo dell'automobile -. Perché dovevo segnalare la mia esistenza politica. Quindi le sono totalmente solidale…".

La frecciata è relativa al fatto che +Europa ha dovuto costituire un cartello elettorale con Italia Viva per sperare di superare la quota del 4%, con la lista "Stati Uniti d'Europa", per potere entrare nel Parlamento Europeo.

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