Le bandierine della sinistra. La vendetta delle bandierine. Aridatece Emilio fede. Poi, i giaguari che non sbiadiscono e si tengono tutte le loro macchie. Anzi, ne aggiungono di nuove. Addirittura un Bersani chiazzato da leopardo come l'ha dipinto Geppi Cucciari durante lo Speciale Elezioni di La7. A seguire le dirette tv e a leggere il live tweet del convulso pomeriggio di spoglio elettorale c'è da divertirsi parecchio. Per aumentare la confusione e l'effetto-bandierine da un canale all'altro, le tre reti Rai con Bianca Berlinguer e Francesco Giorgino trasmettevano ognuna uno speciale, spesso mostrando dati diversi tra loro.
È un vecchio vizio di noi sognatori italiani quello di scambiare i propri desideri per fatti reali. Ma quando l'attesa è spasmodica e il tifo forsennato come nel caso di queste elezioni basta un niente per sbracare. Il caso più clamoroso di euforia da vittoria precoce è quello di Roberto Saviano che ai suoi 350mila follower su Twitter ha cinguettato: «Per ora prevale la certezza: Berlusconi è stato sconfitto. E voglio godermela per un po'». Lo ha salvato il «per ora» introduttivo, lo ha condannato il «per un po'» finale perché è durato poco, mentre la «certezza» si sgretolava rapidamente, facendoci perdere le tracce di Saviano nel resto della giornata.
Scherzi degli elettori all'uscita dai seggi o inettitudine dei sondaggisti? Di tutto un po'. Soprattutto frenesia nel cantar vittoria. È successo che, appena chiuse le urne, i primi dati degli Instant Poll annunciavano un largo margine di vantaggio del centrosinistra. La voglia di esultare era tanta, quasi quanto la certezza preventiva che le cose sarebbero andate in un certo modo. Un particolare grafico, secondario ma significativo: nelle tabelle del Viminale l'ordine di lettura partiva dalla coalizione di centrosinistra, sopra quella di centrodestra, seguita dal Movimento 5 Stelle e dalla lista Monti. Con il risultato che, quando si susseguivano i dati che in molte regioni davano in vantaggio il Pdl, era facile confondersi. Un'inezia, certo. Come un'altra inezia sono stati i risultati di tutti i sondaggi che, con l'eccezione dell'Istituto Euromedia Media Research di Alessandra Ghisleri, hanno sempre dato di gran lunga vincente l'alleanza capeggiata da Bersani. E dunque, sommando tutte queste convergenze, è bastato un attimo per cominciare a sventolare le bandierine rosse come la cravatta di Gad Lerner, pure macchiata anche lei, ospite di Enrico Mentana su La7. Il buon Gad ha conteso a Saviano la bandierina del più veloce di Twitter con un post che lasciava pochi dubbi: «Va bene la prudenza, ma la destra sta perdendo dappertutto e per l'Italia questo è un bene». Più cauto, ma sempre incline a intonare Bandiera rossa, Mauro Bersani, fratello di Pier Luigi: «Abbiamo sbiadito il giaguaro», aveva dichiarato a metà pomeriggio ospite di Un giorno da pecora su Radiodue.
La vittoria era lì, a portata di mano, sulle cartine dell'Italia divisa per regioni che, secondo i primi dati, facevano colorare di rosso lo Stivale di SkyTg24 con la sola eccezione di Veneto e Friuli Venezia Giulia azzurre perché attribuite al centrodestra. Il fatto è che, a quell'ora i dati erano più che embrionali, provvisorissimi. Ma la voglia di esultare non poteva formalizzarsi dietro questi banali dettagli. Così anche Massimo Mucchetti, capolista Pd al Senato in Lombardia, si è lasciato andare: «Come nelle previsioni il Pd è in vantaggio, ma c'è il problema del modesto risultato di Monti. Comunque la si giri, però, il centrodestra ha perso parecchio».
Nello studio di Mentana, intanto la cravatta di Lerner sbiadiva progressivamenta e lui twittava, svegliato dalla realtà: «Prudenza, prudenza! Mi sono entusiasmato per gli exit ma è ancora troppo presto per cantar vittoria».Già. Sempre su Twitter qualcuno cinguettava sintetico: «Giaguaro is the new bandierine di Emilio Fede?».
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