Il sindaco di Milano Pisapia preferisce i marò in galera

Il Comune di Milano vieta l’esposizione di uno striscione di solidarietà con i soldati arrestati. Per Emergency invece...

Il sindaco di Milano Pisapia  preferisce i marò in galera

Milano - Ha chiesto la liberazione di Francesco Azzara, il collaboratore di Emergency rapito lo scorso agosto in Darfur. Ha esposto uno striscione per esprimere solidarietà a Rossella Urru, sequestrata in Algeria. Ma se in ballo ci sono le vite dei due marò Massimiliano e Salvatore, ostaggi in India, il Comune di Milano tace. E si rifiuta perfino di esporre il più piccolo e sobrio cartellone. Niente solidarietà, non per chi porta la divisa.
La squadra del sindaco Giuliano Pisapia sembra ignorare ciò che sta avvenendo in mezza penisola, dove Comuni e istituzioni sono in mobilitazione per chiedere di riportare in Italia i due militari della marina in carcere. Va per la sua strada. Non a caso, tra le prime mosse dell’amministrazione arancione a Milano c’era stata la decisione di eliminare le pattuglie miste dei militari dalle strade, privando la città di un bel deterrente contro delinquenza e criminalità. Insomma, l’antipatia per il corpo militare è stata da subito palese. Ma stavolta non parliamo solo di divisa. Parliamo di due giovani e delle loro famiglie. Parliamo di due italiani. Eppure il Consiglio comunale di Milano non ha voluto anticipare la discussione sull’esposizione del totem e delle fotografie dei due soldati e non ha seguito né l’esempio della Provincia di Milano nè della Regione Lombardia, che invece ha già appeso davanti all’ingresso della sua sede le immagini dei due ragazzi con la scritta «Salviamo i nostri marò».
In Comune l’iniziativa promossa dal Pdl è stata respinta, soprattutto per volere delle sinistra più estrema (Pisapia assente in aula). Alla fine, il Pd, che inizialmente sembrava per una linea più morbida, ha detto no all’esposizione immediata dello striscione. D’altro canto ha presentato una mozione perché i due marò siano giudicati in Italia. «Siamo d’accordo - spiega il capogruppo milanese del Pd Carmela Rozza - per dare sostegno al governo nel rivendicare che i due marò, essendo i fatti avvenuti in acque internazionali, siano giudicati in Italia. Ma non siamo d’accordo sull’esposizione di striscioni o altro con i volti dei due militari. Noi non conosciamo i fatti e non siamo noi che possiamo giudicare».
Si fosse trattato di due esponenti di Emergency, c’è da giurarci, le cose sarebbero andate diversamente. «Un fatto grave - commenta il vice presidente del Consiglio comunale Riccardo De Corato (Pdl), promotore del documento - proprio nel giorno in cui i due marò vengono arrestati. Siamo di fronte alla solita sinistra, con il Pd che subisce il ricatto della sinistra radicale e massimalista che continua a essere contro l’idea del soldato come persona al servizio della nazione».
Di tutta risposta i rappresentanti del centro destra manifesteranno davanti alla sede milanese del consolato indiano. E raccoglieranno l’invito lanciato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa che chiede «uno stimolo al governo a fare ancora di più, per esempio richiamando l’ambasciatore in India per consultazioni». Daniela Santanché invita i milanesi a esporre fuori dalla finestra una foto dei due marò.
Pisapia va controcorrente e la dichiarazione che rilasciò fresco di elezioni corrisponde sempre meno alla realtà. «Sarò il sindaco di tutti» aveva dichiarato. Ma ora è dura crederci. Nei prossimi giorni la giunta arancione sarà messa ancora alla prova sulla questione forze dell’ordine e divise. Il centrodestra infatti ha presentato una mozione in cui chiede di manifestare solidarietà ai carabinieri, agli agenti di polizia e ai giornalisti assaliti nei giorni scorsi dagli antagonisti No Tav. E anche in questo caso Pisapia dovrà decidere se bocciare o meno la vicinanza morale a chi porta la divisa. Sul piatto c’è un menù ancor più delicato: lo stesso sindaco che ha voluto regolarizzare i centri sociali, ora è chiamato a prendere le distanze dal loro comportamento violento. Il risultato sembra piuttosto prevedibile. Solo qualche giorno fa infatti il sindaco ha usato due pesi e due misure con i «devoti di San Precario» e con i poliziotti. I centri sociali e i san precarini sono stati ricevuti: è bastato che intonassero l’Internazionale per farsi spalancare le porte del Comune arancione.

Invece gli agenti, che chiedevano a Pisapia di riconsiderare la promozione dell’ex terrorista Maurizio Azzollini a capo gabinetto del vice sindaco, si sono visti chiudere la porta in faccia. Anche sugli ex terroristi a quanto pare il comportamento non è equo: se si tratta dell’Ambrogino a Sergio D’Elia (ora radicale) il no è secco, se si tratta della carriera di Azzollini la solfa è ben diversa.

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