Un'estate al mare stile balneare. Suonava così un famoso ritornello di molti anni fa. E che stile. Le vacanze sono vacanze, per carità, e ognuno se le declina come gli pare e piace. Ma il politico è pur sempre un personaggio pubblico e, come tale, finisce costantemente sotto gli obiettivi dei paparazzi. Come un divo qualsiasi. E' la celebrità, bellezza. E così nell'estate meno estate di sempre, nell'agosto degli speculatori con le unghie affilate, della casta che ha sfiorato l'idea di non chiudere le serrande del Transatlantico e delle prove di incastro tra le varie geometrie politiche, su rotocalchi e siti web spopolano le immagini rubate ai politici in ammollo. E lo stile balneare della sinistra, più che mai agitata da questa stagione politica e dalle prossime e imminenti elezioni, domina. Cappellini, costumi microscopici, esibizione di pance e ostensione di glutei. Mentre Bersani fa l'occhiolino a Vendola e Di Pietro, isolato come un appestato, prova a ricucire con l'ex amico Beppe Grillo, Francesco Rutelli, allo sbando, si spiaggia sui litorali nostrani come un sirenetto attempato coperto da un misero costumino color glicine. La sinistra sembra all'ultima spiaggia. Ma, frugando negli archivi balneari deli ultimi anni, spunta un florilegio di curiosità da spiaggia. Correva l'anno 2008 e Walter Veltroni con cappellino, maglietta e ombrellone a righe tentava di rinfrescarsi nelle acque di Sabaudia dando vita a un siparietto esilarante. Sabaudia non è certo la terra promessa da Walter, quell'Africa tanto annunciata e mai raggiunta, ma l'ex leader del Pd trovava difficoltà anche tra sdraio e lettini ingaggiando un epico combattimento con l'ombrellone da piantare sulla sabbia.
Quando in tempi non sospetti - si era ancora ai primi di giugno - Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl a Montecitorio, aveva avvertito il governo di non giocare con le ferie dei parlamentari, dalle file del centrosinistra e dei centristi si erano levate le voci dei paladini dell'Italia. Dal presidente della Camera Gianfranco Fini ("Se serve siamo pronti a lavorare anche in notturna e ad agosto") al leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ("Altro che vacanze! Per me si può rimanere alla Camera anche a Ferragosto!"), fino al segretario democratico Pier Luigi Bersani ("Qui c'è gente che non ha paura di lavorare"). Tutti pronti a rinunciare alle ferie. Così non sarà. Ancora una manciata di sedute ed ecco che Palazzo Madama e Montecitorio chiuderanno per le vacanze agostane. "Tanto meglio!", dirà qualcuno. Soprattutto per questa sinistra all'ultima spiaggia che, complice qualche colpo di sole, sta veramente dando di matto. Laddove le alleanze sembravano ormai consolidate e i programmi elettorali già mscritti, tutto sta venendo giù come un castello di sabbia sotto i colpi di un vento al tramonto. L'asse con l'Idv di Antonio Di Pietro è venuto meno: piccato, l'ex pm di Mani Pulite correrà da solo. Bersani e il compagno Nichi Vendola gli hanno sbattuto la porta in faccia nella speranza di attrearre Casini. Quello che pare un innamoramento estivo non piace all'elettorato di sinistra che, sotto gli ombrelloni, trasecola nel vedere il diavolo e l'acqua santa stringere un patto. Tanto che il governatore pugliese si è visto costretto a battere in ritirata. Resta il fatto che Bersani non vuole più avere niente a che fare con Di Pietro ("Il problema è serissimo") e che l'ex magistrato spera ancora di apparentarsi col M5S di Beppe Grillo. Intanto, nasce il Polo della Speranza.
Estate 2012. I climatologi dicono che sarà ricordate come una delle più calde degli ultimi anni. Da Caronte a Minosse, da Circie a Scipione: sotto il solleone torrido del "drago africano" la sinistra esce pazza. Non c'è più l'antiberlusconismo da spiaggia a tenerli uniti. Non ci sono più gli scandali agostani, le fotografie pruriginose a sollazzare i palati radical chic che, sotto l'ombrellone, divorano le veline pubblicate da certi giornali. Certo, anche quest'estate ha la sua dose di inchieste, magistrati protagonisti e italietta varia. Ma è tempo di austerity.
Vacanze in sordina, accordi sulla legge elettorale e toni sommessi per non turvbare l'opinione pubblica invasata dalla crisi economica. Già, la crisi ha avuto un solo aspetto positivo: ha spazzato politici e politicanti via dalle prime pagine dei quotidiani. E così Bersani, Vendola e Di Pietro litigano a più non posso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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