"Chi nasce qui sia italiano": Schlein e il solito disco rotto sullo ius soli

Tra una seduta con l'armocromista e l'altra, la segretaria del Partito Democratico scandisce i soliti slogan del mondo dem: "Chi nasce e cresce qui sia italiano"

"Chi nasce qui sia italiano": Schlein e il solito disco rotto sullo ius soli

Specializzata in campagne denigratorie contro l'avversario politico, la sinistra ha sì e no tre, massimo quattro argomenti. Dei cavalli di battaglia utili per tutte le stagioni, argomenti in grado di accendere il dibattito senza mai entrare nel concreto. L'elezione a segretaria di Elly Schlein ha rinvigorito la tradizione dem: parole, parole, parole e basta. Patrimoniale, cannabis libera, nozze gay e così via. Ma c'è un dossier che è tra i preferiti di sempre: lo ius soli. La legge sulla cittadinanza torna fuori ciclicamente a seconda del grado di difficoltà della leadership: nessuna sorpresa, dunque, che l'erede di Enrico Letta abbia scelto di riciclare lo ius soli qualche giorno dopo l'intervista a Vogue, un autogol incredibile per chi sogna di insidiare Giorgia Meloni.

Schlein, lo ius soli e il solito disco rotto

"Dico al governo che tiene molto al tema della sicurezza, che la società più sicura è quella più inclusiva, quella che non lascia indietro nessuno, quella che non discrimina, che non marginalizza e tiene insieme i diritti sociali e civili", l'analisi della Schlein a margine di un evento a Siracusa."Basta con le discriminazione delle diversità, delle famiglie omogenitoriali, delle persone Lgbtiq", ha proseguito la filippica per poi soffermarsi sullo ius soli: "Abbiamo bisogno di stare nel futuro, in Europa e non di tornare indietro. Chi nasce e cresce nei nostri territori sia italiano ed italiana e nessuno gli può togliere questo diritto perché fanno parte della nostra comunità che pagheranno le tasse, che studieranno qui, che investiranno. Occorre anche aiutare le imprese, nei nostri territori staremo al fianco degli esercizi commerciali di prossimità che stanno facendo fatica".

Niente di nuovo all'orizzonte, naturalmente. Le ricette della sinistra sono sempre le stesse e poco importa che il popolo dem sia poco interessato allo ius soli: la Schlein ha piazzato la bandierina e i suoi fedelissimi avranno la possibilità di cercare qualche consenso nei salotti televisivi. A smascherare l'indifferenza degli elettori di sinistra è stato un recente sondaggio realizzato da Izi per Repubblica: a proposito delle priorità che dovrebbe avere il Pd, percentuali alte nell'eletttorato giallorosso per percentuali alte per rafforzamento della sanità pubblica (85,7%), per una forte iniziativa a difesa dei salari (84,7%), senza dimenticare il salario minimo (83,4%). La cittadinanza facile? In fondo alla classifica con il 57,7%.

Impossibile, inoltre, non porre l'accento sull'incoerenza della Schlein. In Italia è pro ius soli, ma in Svizzera - suo Paese di origine - silenzio assoluto.

Eppure la legge elvetica è decisamente draconiana rispetto a quella italiana: per la cittadinanza è necessario risiedere in Svizzera per almeno dieci anni, bisogna superare un esame di lingua e di conoscenza delle leggi, serve la fedina penale pulita e dimostrare di avere un lavoro e di essere economicamente autosufficiente. In caso di primo reato, via i documenti. Forse in Italia pensa di avere più successo con certi sermoni, ma i precedenti non fanno ben sperare...

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