"Difesa sempre legittima", "Solo se il pericolo è reale". La condanna del gioielliere divide la politica

La legittima difesa divide il mondo politico. Ecco le opinioni di Stefano Candiani della Lega e di Walter Verini del Pd

"Difesa sempre legittima", "Solo se il pericolo è reale". La condanna del gioielliere divide la politica
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Il caso del gioielliere Mario Roggero ha riportato al centro del dibattito il tema della legittima difesa. Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato il deputato leghista Stefano Candiani e il senatore dem Walter Verini.

La difesa è sempre legittima?

Candiani: “Sì, come principio sì, non ci sono dubbi. Questo è un concetto che per alcune parti del mondo politico italiano è scomodo, soprattutto a una certa sinistra che è sempre pronta a giustificare Caino tanto da dimenticarsi di Abele”.

Verini: “No. È legittima quando c'è un pericolo reale, attuale. O quando un cittadino, un negoziante sente e percepisce questo pericolo per sé, i propri familiari. E pensa che la reazione sia l'unico modo per difendersi. Non è legittima - per esempio - quando uno spara alle spalle di un ladro che fugge. in questo caso si chiamano i carabinieri o la polizia”.

Nel caso del gioielliere Roggero siamo di fronte a una sentenza giusta?

Candiani: “È una sentenza complicata. C’è un’aggressione che viene quasi messa in secondo piano rispetto alla risposta data dal gioielliere stesso. Anche nel dibattito politico che ne è scaturito il paradosso è che sento più attenzione a commentare i commenti di Salvini e della Lega piuttosto che fare un focus serio sui tanti gioiellieri e benzinai, tabaccai e commercianti che si trovano aggrediti e che vivono quotidianamente queste situazioni. Una volta in tribunale, si ritrovano a difendersi rispetto a un’aggressione subita o, peggio ancora, con un lutto in famiglia.

Verini: “Ho letto sui giornali. Dovremo leggere le motivazioni. Però non mi pare, dai video, dalle immagini, che si sia trattato di una reazione impaurita. Ho visto una rincorsa a delinquenti che scappavano e una sorta di "esecuzione" in tempo reale. Non so dire se la sentenza sia "giusta", ma è difficile, se non impossibile, pensare che quella fosse legittima difesa”.

Le leggi attuali proteggono abbastanza i negozianti vittime di furti?

Candiani: “I passi fatti in avanti e le modifiche apportate sulla legittima difesa sono stati importanti e, quando applicati, liberano completamente da ogni responsabilità l’azione di difesa. Poi, la legge viene applicata e interpretata dai magistrati. A volte qualche perplessità sulle interpretazioni sorge”.

Verini: “Più che un problema di leggi credo sia un problema di maggiore controllo del territorio, di più forze dell'ordine per le strade, più video sorveglianza. E più vita, più luce - quella dell'illuminazione e luci sociali e culturali - contro degrado, criminalità”.

La legge sulla legittima difesa andrebbe cambiata nuovamente?

Candiani: “No. Bisognerebbe garantire più equità e si dovrebbe stigmatizzare in maniera più forte che la difesa è sempre legittima, soprattutto in termini di condanna successiva per chi commette l’aggressione. Troppe volte chi aggredisce sconta pene troppo lievi rispetto al danno materiale e psicologica che ha creato”.

Verini: “Dal mio punto di vista il problema è di ridurre le armi per uso privato. Meno armi in giro ci sono, più sicurezza ci sarà. A parte la difesa, che non è affatto sempre legittima, con meno armi in giro meno risse, meno litigi tra vicini e in famiglia finirebbero in tragedia. In questo senso aggiungerei all'attuale normativa il contenuto della mia proposta di legge sulla limitazione delle armi per uso privato”.

Salvini ha sbagliato a prendere le difese del gioielliere?

Candiani: “Per principio, prendere le difese di chi viene rapinato è sempre giusto”.

Verini: “Salvini, da sempre, specula e intende lucrare sulle

paure. La sicurezza è un tema reale, guai a sottovalutarlo. Ma le risposte devono venire, e presto, dallo Stato, dalle comunità. Sono risposte di contrasto, prevenzione e repressione, ma anche risposte sociali e culturali”.

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