"Sollecitare il rinvio". Piantedosi stoppa i cortei pro-Gaza nella Giornata della Memoria

Il ministro sollecita il rinvio delle manifestazioni pro-Palestina nel giorno dedicato alle vittime della Shoah. "Laddove non succedesse per volontà degli organizzatori, faremo valutazioni"

"Sollecitare il rinvio". Piantedosi stoppa i cortei pro-Gaza nella Giornata della Memoria
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"Ci sono delle valutazioni in corso". Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, apre alla possibilità di revocare i cortei pro-Palestina indetti in occasione dell'ormai imminente Giorno della memoria, in ricordo delle vittime della Shoah. Risponendo a una domanda sull'argomento, nel corso della conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri, il capo del Viminale ha osservato: "La libertà di manifestazione del pensiero ha una sacralità intrinseca, e può essere compressa o limitata solo per motivi di ordine pubblico". Poi la conferma sulle "valutazioni in corso" e sul caldeggiato il rinvio delle sfilate pro-Gaza programmate per quella giornata così carica di significati.

Alcune manifestazioni - ha argomentato Piantedosi - "per motivazioni anche estranee agli intenti degli organizzatori potrebbero avere un'evoluzione lesiva di valori sanciti da leggi dello Stato, come in questo caso la commemorazione della Shoah. Confido nelle autorità di pubblica sicurezza, in primis di Roma e Milano, che stanno incontrando i promotori per sollecitare se possibile lo spostamento da parte loro in altra data". E questo, ha tenuto a precisare il ministro, "non per negare la libertà di manifestare ma per renderla compatibile con quei valori". Pertanto, ha concluso l'esponente di governo, "laddove questo non dovesse succedere per autonoma volontà degli organizzatori faremo le nostre valutazioni a seconda degli scenari che si presentano e adotteremo i provvedimenti di conseguenza".

A sollevare l'attenzione sulla concomitanza tra le commemorazioni del 27 gennaio e alcune manifestazioni pro-Gaza era stata nelle scorse ore la Comunità ebraica di Roma, che si era opposta al corteo filopalestinese organizzato proprio in quella giornata dai collettivi comunisti studenteschi. "Non capiamo come sia stato possibile concedere l'autorizzazione in una ricorrenza che è internazionale, per di più nel contesto del 7 ottobre, massacro antisemita come non se ne vedevano dai tempi del nazismo", aveva lamentato la Comunità ebraica capitolina. A quanto si apprende, ora il tema è al vaglio del Viminale con una linea di indirizzo piuttosto chiara: meglio evitare concomitanze destinate a creare tensioni e potenziali pericoli di ordine pubblico.

Le manifestazioni di sostegno alla causa palestinese saranno pertanto autorizzate ma non in concomitanza con il Giorno della Memoria del 27 gennaio: lo si legge in una circolare di Pubblica sicurezza inviata ai questori sul territorio. Si tratterebbe infatti di inziativi che "se svolte in concomitanza con la predetta ricorrenza, potrebbero assumere connotazioni lesive, sotto l'aspetto formale organizzativo e contenutistico, del valore nazionale che la Repubblica Italiana ha attribuito con la citata legge allo spirito commemorativo in favore delle vittime delle leggi razziali...". Inoltre - prosegue la circolare - "le suddette manifestazioni potrebbero determinare, anche in relazione all'attuale contesto conflittuale internazionale, il sorgere di tensioni con il conseguente rischio di effetti negativi sulla tenuta dell'ordine pubblico e sociale". Per questo motivo i questori sul territorio sono invitati "a valutare, con riguardo alle iniziative organizzate a sostegno della causa palestinese, l'adozione (...) di prescrizioni di tempo che ne prevedano il rinvio alla giornata successiva o ad altra data".

Dovranno comunque essere predisposte "idonee misure di prevenzione e sicurezza, in considerazione della perdurante minaccia terroristica, prevedendo l'attuazione di dispositivi di ordine pubblico adeguati fronteggiare eventuali azioni promosse in violazione dei provvedimenti adottati nonché il potenziamento delle misure di vigilanza agli obiettivi e siti di qualsiasi natura ritenuti potenzialmente esposti a rischio".

A condividere la linea di buon senso espressa da Piantedosi è stato, dalla maggioranza, il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio. "È giusto chiedere il rinvio delle manifestazioni pro Palestina, previste proprio per la Giornata della Memoria. Ha fatto bene il ministro Piantedosi a muoversi in questa direzione. Quella dei promotori è una evidente provocazione contro il popolo ebraico e le vittime della Shoah, che rischia di determinare anche seri problemi di ordine pubblico", ha osservato l'esponente leghista.

"Già altre volte in queste occasioni abbiamo visto bruciare bandiere di Israele o compiere atti di vandalismo antisemita. Sarebbe inaccettabile che qualcosa del genere accadesse nel nostro Paese, proprio mentre il mondo intero commemora i circa sei milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio nazisti. Se vogliono manifestare lo facciano in un altro giorno, rispettando sempre e comunque il dolore dei cittadini israeliani, vittime il 7 ottobre scorso di un atroce attacco terrorista", si legge ancora nella nota firmata da Centinaio.

Valutazioni arrivate nelle stesse ore in cui il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, pronunciava parole inequivocabili durante una commemorazione allo Yad Vashem, il memoriale dell'Olocausto, a Gerusalemme: in Italia e in Europa "non c'è spazio per l'antisemitismo: è incompatibile con i nostri valori e con i nostri principi. Mai più".

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