Sono tutti Fassino

Piero Fassino - uomo di innegabile simpatia, come politico un po' meno - è l'immagine stessa della sinistra italiana

Sono tutti Fassino
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Piero Fassino - uomo di innegabile simpatia, come politico un po' meno - è l'immagine stessa della sinistra italiana. Emaciata a livello di voti, gracile come leadership e sabauda per l'understatement, cioè la tendenza a minimizzare tutto. «Abbiamo perso a metà».

Ieri Piero Fassino, così lontano - nonostante una sola vocale di differenza - da Stefano Fassina, di tutt'altra sinistra, dura, pura, antisionista e antisemita, nel tentativo di difendere Israele dai regimi dittatoriali islamici è stato trucidato dialetticamente da un'attivista pro-donne iraniana: «Ci rifiutiamo di accettare che i nostri leader parlino per noi, figuriamoci uno pseudo-leader di una pseudo-sinistra in una pseudo-democrazia. La prossima volta che prova a strumentalizzare la nostra battaglia, contatteremo un avvocato». Bòia fàuss!

Fassino della sinistra italiana ha la stessa confusione - prima del voto in Abruzzo disse che «La destra è battibile, la competizione è apertissima» - ma anche la stessa attenzione per le condizioni economiche dei dipendenti pubblici. Tutti ricordiamo la sua battaglia in Parlamento per sensibilizzare gli italiani sugli stipendi dei deputati: al netto di ogni polemica appena 4.700 euro.

E ci fermiamo qui per evitare di scivolare nella demagogia.

Per il resto, crediamo che per Fassino sia arrivato il momento di fermarsi e godersi il proprio insuccesso. È ora di fare il passo più difficile in politica. Quello indietro.

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